Il vino italiano non conosce crisi

Fatturato e occupati in crescita, e non solo grazie alle esportazioni

Il vino italiano non conosce crisi

Il settore vinicolo italiano racconta ogni anno una storia in controtendenza rispetto al Paese. Da un lato, l'abitudine cronica allo stato di crisi, ai troppi debiti, ai consumi strizzati da stipendi che - se ancor ci sono - tengono sempre meno. Dall'altro, un comparto in costante crescita in termini di fatturato e di occupati. Anche il 2018 non ha fatto eccezione, a giudicare dall'ultimo report dell'area Studi di Mediobanca. Con ricavi saliti del 7,5% rispetto all'anno precedente e del 27,1% dal 2013, è evidente il diverso passo nei confronti di una manifattura in sofferenza (-7,2%) e con le difficoltà dell'alimentare (-4,6%), i due comparti che meglio esprimono i guai tricolori.

Certo le dimensioni non ipertrofiche di molte delle nostre aziende vinicole (128 quelle con un giro d'affari superiore ai 25 milioni di euro) aiutano a reagire con prontezza alle esigenze del mercato, ma non è solo questo l'elemento vincente. Nè si può addebitare la crescita unicamente alle esportazioni. C'è infatti una domanda interna che non solo tiene, ma cresce, e si traduce in un aumento delle vendite domestiche che ha sfiorato il 10%, quasi doppiando la performance ottenuta oltre confine grazie soprattutto alle bollicine (un +5,3% che vale circa 6 miliardi), con un 52% realizzato nell'Unione europea. La raggiunta maturità del comparto sembra inoltre trovare conferma nel quasi perfetto bilanciamento ottenuto fra i ricavi ottenuti dagli spumanti (+7,1%) e dai vini fermi (+7,6%). Numeri sorretti dalla qualità delle bottiglie italiane e che consentono di continuare a investire, anche in occupati (+3,7% contro lo 0,9% Istat).

Nel 2018 i primi tre top seller italiani sono Cantine Riunite-Giv, che si conferma prima per fatturato (615 milioni, +3,1%), Caviro (330, +8,6%) e Antinori (230, +4,5%).

Per il 2019 permane un certo ottimismo fra le aziende, anche se difficilmente verranno bissati i risultati dello scorso anno. Sarà anche interessante vedere la performance del vino in Borsa. Finora, grandi soddisfazioni: dal 2001 a oggi, con un +354% le 55 società quotate in tutto il mondo hanno doppiato gli indici globali.

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