Webuild chiude l'anno con oltre 30 progetti e si prepara per il Ponte

In Italia in gioco cantieri per 15 miliardi, focus su alta velocità. Ma ci sono concorrenti

Webuild chiude l'anno con oltre 30 progetti e si prepara per il Ponte

Europa, Nord America e Australia sono stati i mercati chiave di Webuild nel 2022 con ordini che - secondo le stime degli analisti - dovrebbero superare, tra acquisiti e in corso di finalizzazione, quota 15 miliardi.La società italiana nata dalla fusione tra la Salini del fondatore Pietro e la milanese Impregilo si è rifocalizzata sulle costruzioni, abbandonando il business delle concessioni ed è cresciuta in questi anni con diversi step. In particolare, con una fase due nella quale - con un'operazione di sistema con Cdp - ha rilevato alcune società italiane di settore in difficoltà (in primis la grande rivale storica Astaldi). A oggi la maggioranza è controllata al 40% dal gruppo Salini e Cdp Equity ha una quota del 16,7%.

Il gruppo ha portato a casa nel solo 2022 oltre 30 progetti, acquisiti, in corso di finalizzazione o per cui Webuild risulta a oggi migliore offerente: il 90% sono stati ottenuti al di fuori del mercato domestico (il 10% in Italia), prevalentemente in aree geografiche a basso rischio, tra cui l'Australia (34%), l'Europa (28%) e il Nord America (14%).

In Italia, tuttavia, non sono mancate le grandi occasioni (si lavora al Terzo Valico ed è stata inaugurata la M4 di Milano). Inoltre, il nuovo anno prepara altre importanti sfide: sono attesi 15 miliardi di progetti che andranno a gara entro il 2023, secondo il Pnrr. Il Paese resta quindi centrale nella visione di crescita di Webuild, con 29 cantieri attivi, 16mila persone all'opera e una filiera di oltre 8.500 imprese coinvolte.

In particolare le grandi occasioni saranno al Sud con la possibile partecipazione del gruppo alle gare per l'alta velocità (la Palermo-Catania e la Salerno-Reggio Calabria) e il cantiere del Ponte sullo Stretto. Una sfida perché, in entrambi i casi, non mancheranno i competitor. Sull'Alta velocità al Sud è ben posizionata anche Saipem e sul Ponte hanno messo gli occhi Fincantieri e ancora Saipem, ma sarebbero pronti a entrare in partita anche player esteri che fiutano l'affare.

Lavorare in consorzio è tuttavia una caratteristica di Webuild che, anche all'estero, si muove spesso a braccetto con società locali o grandi partner. Una strategia vincente per la minimizzazione del rischio. Ed è quindi possibile che su questi grandi progetti in Italia si possa studiare qualche consorzio ad hoc. In ballo, comunque, ci sono oltre 11 miliardi: due bandi per l'Av da 4,5 miliardi e un potenziale progetto Ponte sullo Stretto la cui realizzazione è stimata attualmente in 7 miliardi. Da Nord a Sud, il gruppo potrebbe poi partecipare ad alcune delle gare 2023 relative alle opere sbloccate martedì dal Cipe: il comitato ha sbloccato un maxi-pacchetto di risorse da 4,55 miliardi tra opere Anas e interventi nelle Marche «fermi da troppo tempo», ha detto il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini annunciando lavoro per oltre 70mila persone.

Nel settore ferroviario, in particolare, Webuild sta concentrando gran parte del business: oltre 6 miliardi dei nuovi ordini si riferiscono a linee ferroviarie nei principali mercati, in primis Europa, Australia e Canada. Per Webuild i progetti nel Sud Italia, dopo la costruzione del Ponte Morandi, sarebbero la conferma di un know how che si sta affermando a livello internazionale. I progetti acquisiti comprendono diverse opere iconiche e complesse, come la costruzione del sistema viario tra Bergen e l'isola di Sotra in Norvegia, che prevede la realizzazione di un ponte sospeso largo 30 metri e lungo 900 metri; e la realizzazione della Strada A303 nel Regno Unito, con l'obiettivo di salvaguardare il sito Stonehenge, Patrimonio dell'Unesco.

Guardando alle ultime grandi operazioni del gruppo, cresce il peso del mercato australiano, un eldorado da oltre 300 miliardi di investimenti in infrastrutture. Webuild sta finalizzando l'acquisto dell'australiana Clough (in difficoltà) e si è assicurata una commessa da 2,4 miliardi a Sidney per la costruzione della metro.

A livello finanziario il gruppo a novembre ha confermato la guidance 2022: ricavi per 7-7,5 miliardi, un ebitda margin al 7-7,5% supportato dall'efficientamento dei costi in atto e una posizione finanziaria netta positiva.

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