Shakespeare, Goldoni, Eduardo. Puntano sui classici tre importanti debutti teatrali di questa sera. E puntano, tanto più, su regie rispettose ma non per questo poco inventive e su interpreti di collaudato talento. La fragilità moderna e dubbiosa del Principe di Danimarca è in scena allEliseo (repliche fino al 5 aprile) in un allestimento firmato da Pietro Carriglio che, avvalendosi della traduzione di uno dei nostri massimi esperti shakespeariani quale Alessandro Serpieri, offre una lettura fedele e nel contempo originale del testo. Capolavoro attraversato da mistero e ambiguità tutte contemporanee, qui affidato alle corde espressive di Luca Lazzareschi (nel ruolo del titolo), Galatea Ranzi (Gertrude), Luciano Roman (Claudio), Nello Mascia (Polonio).
Attinge poi al Goldoni meno macchinoso ma più introspettivo e sottile La famiglia dellantiquario che il catalano Lluis Pasqual presenta allArgentina (anche questo fino al 5 aprile) con Eros Pagni nei panni di Pantalone, affiancato in scena da Virginio Zernitz (il conte Anselmo), Gaia Aprea (la giovane Doralice), Aldo Ottobrino (suo marito, Giacinto). Schermaglie tra parenti, battibecchi tra signore e serve, truffe e ossessioni infantili per anticaglie di ogni tipo nutrono questo spaccato familiare pieno di ombre che ci parla di noi con quellacutezza e quella lucidità di analisi di cui lautore veneziano fu un vero maestro. «Un intero universo - spiega il regista -. E vita. Tonnellate di vita in forma di teatro».
Allintelligenza e allimpareggiabile «artigianalità» drammaturgica di Eduardo De Filippo si affida invece Geppy Glejeses (regista e interprete) in «Ditegli sempre di sì», commedia del 27 sospesa tra concettoso pirandellismo e gusto farsesco che arriva al Quirino (sala di cui lo stesso Glejeses assumerà la gestione da luglio) in una lettura assai diversa dalle precedenti, dove spiccano la presenza di Gennaro Cannavacciuolo en traversti (Teresa Lo Giudice, sorella del protagonista) e quella del giovane Lorenzo Glejeses (Luigi Strada). Assai intrigante è la trama dellopera, incentrata sulla pazzia di Michele (presunta? reale?) e gli equivoci che si innescano per il fatto che gli altri ne sono alloscuro. Il tutto teso a confondere le acque e a trovare sfogo in un epilogo che «parrebbe» preannunciarsi drammatico (in scena fino al 9 aprile). Tenete poi docchio lo spettacolo che Roberto Gandini ha realizzato in seno al Laboratorio Teatrale Integrato Piero Gabrielli del Teatro di Roma. Si intitola Il pedone rosso; parla di bullismo e dei ragazzi di oggi; racconta discriminazioni e disagi di sempre; si rivolge a un pubblico di adulti e giovanissimi (il mondo della scuola innanzitutto) e torna a India, dopo il successo del collaudo, anchesso da oggi (ore 18).
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