Effetto-stretta: 3.500 donne in pensione un anno dopo

Effetto riforma sulle donne statali: 3.500 dovranno restare un anno in più al lavoro perché dal 1° gennaio sono entrate in vigore le nuove norme che portano l’età pensionabile delle dipendenti della Pubblica amministrazione da 60 a 61 anni fino ad arrivare nel 2018 a 65 anni, al pari degli uomini, con l’aumento di un anno ogni biennio. La legge è stata approvata dopo che la Corte di giustizia europea aveva intimato all’Italia di parificare i criteri pensionistici tra uomini e donne. La stima di 3.500 donne lavoratrici che saranno bloccate al lavoro sono state aggiornate dall’Inpdap in vista dell’applicazione della nuova normativa. Secondo le previsioni dell’Istituto di previdenza dei dipendenti pubblici, in base alla vecchia normativa avrebbero lasciato il lavoro per il raggiungimento dei requisiti di vecchiaia in 6mila, ma dopo la «stretta» potranno andarsene solo in 2.500. Le restanti 3.500, dunque, resteranno al lavoro.


Riusciranno ugualmente, tuttavia, ad andare in pensione le lavoratrici che entro dicembre 2009 hanno compiuto 60 anni e possiedono 20 anni di contributi. In questo caso si prevede la certificazione del diritto acquisito da parte delle amministrazioni di appartenenza.

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