Le elezioni dalla A alla Z

La lunga corsa per la Casa Bianca dura più di un anno. Dibattiti e spot in tv, sondaggi a non finire e colpi di scena. Vi proponiamo un piccolo dizionario con i termini più utilizzati nella politica americana

Le elezioni dalla A alla Z

ASINELLO
Nel 1828 il candidato democratico Andrew Jackson, accusato dagli avversari di essere un populista, fu raffigurato come un asino che scalciava. Lui non se la prese, anzi, usò l'idea per i propri manifesti elettorali. E vinse le elezioni sconfiggendo John Adams. Fu il vignettista Thomas Nast a disegnare l'asino oggi riconosciuto come simbolo del partito. Apparve in una vignetta sulla rivista Harper's Week.

BALLOT
La scheda elettorale (ballot) può essere di carta, di plastica o “elettronica”, nel senso che gli elettori votano toccando uno schermo video (touchscreen). In quest'ultimo caso il voto viene poi stampato, e inserito in una busta, che verrà poi fatta passare sotto un lettore ottico per la opportuna registrazione, onde evitare possibili brogli elettronici. Dopo i problemi verificatesi nelle elezioni presidenziali del 2000 (con migliaia di voti contestati in Florida, e il risultato finale che ritardò per alcune settimane) il voto mediante le schede perforate è stato abolito.

BLUE DOG DEMOCRAT
Sono chiamati così quei democratici che, per alcuni aspetti, sono molto vicini ai repubblicani: soprattutto su questioni etiche (aborto o diritti gay) o aspetti legati alla sicurezza nazionale e, ad esempio negli ultimi anni, alla lotta al terrorismo.

CAUCUS
Antico sistema con il quale sono selezionati i candidati (o i delegati di partito che poi, in un secondo momento, sceglieranno i candidati). Sono una delle forme più antiche di democrazia dal basso. Più macchinosi rispetto alle primarie, i caucus si svolgono in luoghi come chiese, palestre, sale congressi o anche case private. Gli iscritti a un partito indicano il loro candidato preferito, poi si procede alla conta. Chi non supera la soglia minima viene scartato. Poi si procede a una seconda votazione. Poi si fa il conteggio finale, con la ripartizione dei delegati in palio fatta in modo proporzionale. Si vota in questo modo nei seguenti stati: Iowa, Nevada, Maine, Minnesota, Washington, Alaska, Idaho, Massachusetts, North Dakota, Wyoming, Kansas, Virgin Islands, Missouri).

DEMOCRATICI
Il Partito democratico è uno dei due più importanti negli Stati Uniti. Fondato da Thomas Jefferson e James Madison, è il più vecchio partito al mondo. Dopo la divisione del Partito Repubblicano, nel 1912, si è posizionato a sinistra dei repubblicani nelle questioni economiche e sociali. I democratici sono chiamati anche “liberal”, che negli Stati Uniti è sinonimo di “sinistra”. Pur essendo favorevoli al libero mercato non disdegnano anzi promuovono l'intervento dello Stato per ridurre le disparità sociali e rilanciare lo sviluppo (vedasi New Deal).

ELEFANTE
Era diventato famoso per aver simboleggiato, con le sembianze di un asinello, il partito democratico. La fervida immaginazione del disegnatore Thomas Nast quattro anni dopo concesse il bis, con il simbolo del partito repubblicano: l'elefante. A ispirare l'idea fu un gruppo di pachidermi in fuga, visti da Nast come gli elettori repubblicani che scappavano dalla politica del presidente Ulyss Grant. Da lì a poco i repubblicani scelsero di adottare il gigantesco animale come simbolo del partito.

FRONT RUNNER
E' il candidato in testa ai sondaggi, quello più forte e quindi in grado di sconfiggere tutti gli altri. Spesso, però, i sondaggi “gonfiano” le aspettative. Uno degli ultimi grandi delusi fu Howard Dean: per mesi in testa a tutti i sondaggi, vide franare le sue speranze all'inizio della corsa per le primarie del 2003, poi vinte dal senatore John Kerry.

GOP
Grand Old Party (Grande vecchio partito), fu usato come nome dai repubblicani, per la prima volta, nel 1888, in un articolo apparso sul quotidiano Chicago Tribune. Il partito è stato fondato nel 1854 con l'obiettivo primario di contrastare l'espansione nel West dello schiavismo degli Stati del Sud. Secondo le ideologie politiche contemporanee i repubblicani sono i “conservatori”, sostenitori del libero mercato e contro l'eccessiva ingerenza dello Stato nell'economia. Attualmente i repubblicani hanno la maggioranza alla Camera (lo speaker, ossia il presidente, è John Boehner), mentre sono in minoranza al Senato.

IOWA
E' il primo Stato dove si vota e iniziano le primarie (quest'anno il 3 gennaio, con i caucus). Due milioni e 900mila abitanti l'Iowa è il 29º stato degli Usa. Il nome deriva da quello di una tribù di nativi americani, gli Iowa, di ceppo Sioux, che abitarono su queste terre fino al 1836. Dedito all'agricoltura è considerato il granaio d'America.

MIDTERM
Sono le elezioni di medio termine (metà mandato), riguardano il Congresso e i governatori dei singoli Stati. Il primo martedì di novembre degli anni pari si vota per rinnovare i 435 membri della Camera dei Rappresentanti e un terzo dei 100 membri del Senato. Le elezioni di metà mandato si tengono a metà del mandato presidenziale (4 anni). Per questo solitamente rappresentano una sorta di “termometro politico” sul gradimento del presidente in carica. Le ultime elezioni di midterm, quelle del 2010, hanno visto trionfare i repubblicani, che hanno strappato la Camera ai democratici. Questi ultimi per un soffio sono riusciti a conservare la maggioranza al Senato.

NOMINATION
E' l'investitura conferita dai delegati di partito ai candidati che hanno vinto le primarie: nella grande kermesse elettorale di partito, la “Convention”, chi ha vinto le primarie (aggiudicandosi il maggior numero di “delegati” in palio fra tutti gli Stati) riceve l'incarico ufficiale di correre per le elezioni presidenziali. Con le primarie ogni Stato invia alla convention i propri delegati, che poi materialmente scelgono (votano) il candidato alla presidenza.

PRIMARIE
La grande corsa delle primarie inizia a gennaio e si conclude d'estate, con le convention di partito. Girando Stato per Stato i candidati si sfidano a “duello”, a colpi di voti, e conquistano, piano piano, il consenso necessario per imporsi come leader di partito e quindi presentarsi alle elezioni. Il meccanismo delle primarie è il più grande e democratico metodo di selezione dei candidati, perché fa scegliere ai cittadini, liberamente, e non impone la classe politica dall'alto.

RED STATE
Gli “stati rossi” sono quelli tradizionalmente conservatori. Il rosso, infatti, a differenza che in Europa, negli Stati Uniti rappresenta la destra, mentre i blu sono i democratici (sinistra). Questa divisione cromatica è stata lanciata dal New York Times agli inizi del Novecento, quando pubblicò una mappa degli Stati Uniti, a due colori, per indicare le divisioni politiche del Paese, stato per stato.

SUPERDELEGATI
Anche in America esistono i “notabili di partito”. Sono personalità di spicco del partito - tra governatori, ex presidenti, senatori e deputati ed ex ministri - che pur non essendo eletti dai cittadini partecipano alle convention di partito ed esprimono il loro voto. Di solito confermano la scelta dei delegati. Una sola volta si è pensato che potessero, con il loro voto, rovesciare i destini della campagna elettorale, determinando loro la scelta del candidato ufficiale. Ma poi questa eventualità è stata scongiurata. E' avvenuto nel 2008, quando a contendersi fino alla fine la nomination democratica furono Barack Obama e Hillary Clinton.

SWING STATES
Stati in altalena (in bilico): sono quelli dove non è sicura la vittoria dell'uno o dell'altro candidato. Sono i “campi di battaglia” dove lo scontro politico è più aspro, combattuto a colpi di spot in tv e di comizi. Ma anche di raffiche di telefonate, agli elettori, da parte dei call center che lavorano per conto dei candidati. Nel 2000 fu la Florida lo stato più incerto in assoluto. Nel 2004 fu l'Ohio.

TICKET
E' la squadra che si presenta alle elezioni, con il candidato presidente (vincitore delle primarie o presidente uscente che si ripresenta per il secondo mandato) e il candidato vicepresidente (runningmate). E' il primo che, solitamente, indica il candidato vice, di solito scegliendo tra uno dei suoi sfidanti alle primarie.

WASHINGTON
L'approdo finale è al numero 1600 di Pennsylvania Avenue, a Washington DC. E' lì che si insedia il presidente degli Stati Uniti, dopo una lunga corsa che dura più di un anno.

A Washington si trovano anche Capitoll Hill, sede del Congresso (Camera dei Rappresentanti e Senato), cuore della politica americana, e la Suprema Corte, vertice del potere giurisdizionale, terzo pilastro del sistema istituzionale degli Usa, basato su un efficace e delicato sistema di "checks and balances” (pesi e contrappesi).

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