Elisa cerca cuori d’oro per riuscire a guarire

A vederla tra le braccia di mamma Eleonora non si direbbe che la piccola Elisa, tre anni a giugno, sia affetta da una grave malformazione cerebrale. La famiglia Montei, originaria della Sardegna, vive da anni ad Albino, alle porte della valle Seriana, in provincia di Bergamo, ed Elisa è figlia unica.
Sono stati i suoi genitori quando ancora era in fasce ad accorgersi che in lei qualcosa non andava, Elisa aveva difficoltà a mangiare e nei movimenti. A tre mesi la bimba ancora non reggeva la testa e crescendo la situazione è peggiorata: non riusciva a tenere gli oggetti in mano e a stare seduta, ma anche a camminare e persino parlare.
I primi tre anni di Elisa sono trascorsi passando da un ospedale all’altro per capire da quale malattia fosse affetta. Tutti i medici che l’hanno visitata sono arrivati alla medesima diagnosi: la piccola soffre di un grave ritardo psicomotorio e di ipertono agli arti. Sintomi causati, molto probabilmente, da una patologia genetica rara, della quale ancora non si conosce il nome, soltanto il triste destino.
L’appartamento dove vive Elisa con mamma e papà è tappezzato di fotografie che raccontano la storia della piccola. In ogni angolo pupazzi e balocchi per strappare un sorriso a una creatura dagli occhi grandi e neri, una figliola dolce, affamata di coccole, carezze e baci. I coniugi Montei non si sono mai arresi, la valigia è pronta per cercare un luogo dove la loro figlioletta possa ricevere nuove cure.
La fisioterapia ha dato dei risultati, ma servono altri interventi. Da qualche tempo sono venuti a conoscenza di una terapia che si chiama modello Adeli, praticata in un centro specialistico in Slovacchia. Si tratta di un programma di esercizi neurofisiologici con l’utilizzo di un tuta, simile a quella indossata dagli astronauti. Sono però trattamenti costosi; il primo ciclo, della durata di poco meno di un mese, costa quindicimila euro, e ne servono diversi. Una cifra troppo onerosa per due operai come Eleonora e Andrea, e poi questo è un momento difficile, in cui le aziende sono piegate dalla crisi e rischiano di fallire.
Il vero fallimento per la famiglia Montei sarebbe quello di non fare tutto quanto è possibile per realizzare il sogno di Elisa: imparare a camminare. E così è nato un sito per divulgare la storia di questo bambina coraggiosa e sfortunata: www.unsognoperelisa.it. La curva nord dell’Atalanta si è interessata della vicenda e in paese si è scatenata un gara di solidarietà. Non sono mancate grandi delusioni, raggiri scampati per un pelo. Come chi si è avvicinato a questa famiglia rendendosi disponibile ad aiutarla economicamente per poi scoprire si trattava di un usuraio. Poco male, i genitori di Elisa sono determinati e non si danno per vinti. Sono alla ricerca di un po’ di serenità, consapevoli dei limiti della loro bambina, ma certi di poterle offrire un futuro migliore. I sogni ogni tanto si avverano.

Chi volesse dare una mano, concretamente, non a parole, può farlo con un piccolo contributo usufruendo del conto corrente postale intestato a Madeddu Eleonora codice Iban IT93 A076 0111 1000 0000 1969 855 (codice bic/swift, BPPIITRRXXX), mentre per versamenti postali ecco C/C n°1969855 con la causale: pro Elisa.

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