Endesa ricorre all’Ue contro l’accordo Enel-Edf su Edison

Gli spagnoli sostengono che c’è un «patto collusorio per spartirsi il mercato» perché non è stata fatta un’asta degli asset francesi

Paolo Giovanelli

da Milano

Endesa entra nella partita Edison-Edf-Enel denunciando all’Antitrust Ue gli accordi raggiunti nel 2005 che prevedevano che l’Italia abolisse la clausola che limitava al 2% il voto di Edf in Edison in cambio di un’apertura del mercato francese a Enel, e in particolare in cambio dell’ingresso di Enel nel programma nucleare francese Epr. L’accordo prevede pure che Enel possa ritirare già oggi a prezzi di mercato una quota dell’energia prodotta dalle centrali nucleari francesi.
Stando a quanto scrive il quotidiano spagnolo Cinco Dias, nel ricorso che è stato presentato al commissario spagnolo Jose Barroso lo scorso 15 giugno, Endesa sostiene che si tratta di fatto di un «patto collusorio per spartirsi il mercato, proibito dall’articolo 81 del trattato Ue» perché non è stata fatta nessuna asta per la cessione degli asset. Una denuncia sarebbe stata presentata anche al governo e all’Antitrust italiani. Endesa, sempre secondo Cinco Dias, ha chiesto a Barroso che Edf si impegni ad adottare verso il gruppo spagnolo «le stesse condizioni che sono state offerte a Enel». Se questo non si verificasse Endesa chiederà l’annullamento dell’accordo tra Enel ed Edf. Lo stesso Cinco Dias ricorda che anche Endesa aveva tentato di inserirsi nella gara per il controllo di Edison, senza riuscirci.
Su Endesa sono state lanciate due Opa: una da parte della catalana Gas Natural, che è stata respinta dal management madrileno, e una della tedesca E.On, che è stata invece considerata amichevole. Il vertice del gruppo non sembra però disposto ad attendere l’esito delle due offerte: e la mossa presso la Commissione Ue va in questa direzione.
Il bello è che nel frattempo gli accordi Enel-Edf non si sono ancora concretizzati, almeno sul versante francese, per i timori di ripercussioni negative dalla vicenda Enel-Suez. Se infatti la clausola del 2% è stata abolita dal ministro Bersani, il numero uno di Edf, Pierre Gadonneix, teme che l’Italia possa ancora applicare la clausola che limita la presenza di imprese pubbliche nelle società che controllano le centrali elettriche vendute dall’Enel. Edf infatti controlla Edison assieme ad Aem, e Foro Buonaparte a sua volta controlla al 40% l’ex genco Edipower. E se Parigi continuasse a mettere i bastoni tra le ruote dell’Enel per la vicenda Suez, Roma potrebbe replicare in quella Edison.
Insomma, Endesa ha buon gioco a cercare di inserirsi in una situazione apparentemente confusa e contraddittoria. In particolare perchè gli spagnoli sostengono che gli asset che Edf cederà a Enel avrebbero dovuto essere messi all’asta. Tuttavia l’accordo, contrariamente a quanto afferma Cinco Dias, sarebbe stato inviato all’Ue per una valutazione (che non è stata ancora fatta).

E, stando a fonti attendibili, Edf non terrebbe affatto la porta chiusa ad altre intese come quella stipulata con l’Enel. E a questo punto il nocciolo della questione che dovrà affrontare la Commissione è: basta che Edf tenga aperte le porte ad altri partner? O ci vuole un’asta per tutti?

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