Milano - È stata l’assemblea della conquista di Endesa, ma anche della rivincita di Fulvio Conti. Gli azionisti ieri hanno approvato il bilancio Enel del 2006, chiuso con un utile di 3 miliardi e un dividendo di 0,49 euro che permetterà di staccare una cedola da quasi un miliardo a favore di Tesoro e Cdp, ma il tema vero è stata la svolta che in pochi anni ha cambiato radicalmente l’assetto del gruppo.
Poco meno di sette anni fa, nel novembre ’99, l’Enel non produceva un kilowatt all’estero ed era ancora totalmente controllata dallo Stato. Da allora il Tesoro è sceso al 21% (con la Cdp al 10%), mentre alla fine di quest’anno, con l’acquisizione di Endesa, asset e produzione esteri saranno superiori a quelli nazionali, ha fatto notare il presidente, Piero Gnudi. «Completata l’operazione Endesa - ha detto - Enel avrà 60 milioni di clienti con una potenza di 90mila megawatt installati e una presenza in 22 Paesi e tre continenti. È un salto che cambierà volto all’Enel».
Per arrivarci, però, «il cammino è ancora complesso»: «Ci aspettiamo di avere le approvazioni finali della Commissione per l’energia spagnola entro la prima metà di luglio e di completare l’iter autorizzativo lo stesso mese. Fatto salvo agosto, che in Spagna come in Italia non è operativo, presenteremo l’offerta a settembre-ottobre per concludere poi l’operazione» ha spiegato l’ad dell’Enel.
Quanto al costo dell’acquisizione di Endesa (41,3 euro per azione, più gli interessi), «non abbiamo pagato troppo caro - ha sostenuto Conti - pensiamo di aver comprato bene, tanto che contiamo di aumentare i nostri guadagni, grazie anche alle sinergie che si verranno a creare». Dall’operazione dovrebbe venire un ritorno «significativo: sulla base dei risultati che Endesa produce in Spagna pensiamo di aver comprato bene, fino al punto che pensiamo di aumentare il rendimento delle azioni. Anzi, prima delle sinergie ci aspettiamo un incremento del 25% dell’utile per azione», ha sostenuto Conti, ribadendo quanto già detto qualche tempo fa.
Intanto il 6 giugno l’Enel presenterà la sua offerta per la genco russa Ogk5, con una potenza di 8.300 Mw, di cui è stato messo in vendita il 25 per cento.
Comunque, nonostante l’entusiasmo per l’estero, l’Italia resta ancora un mercato importante: «L’obiettivo del nostro piano industriale è arrivare nel 2011 a circa 13 milioni di clienti sul mercato libero, di cui 3,8 milioni con contratti di fornitura di elettricità e di gas» ha detto Gnudi. Dal 1° luglio parte, infatti, la completa liberalizzazione del settore elettrico.
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