Enel-Suez, si gioca la carta della politica

A Parigi cresce l’opposizione alla discesa dello Stato in Gaz de France

Paolo Giovanelli

da Milano

Con Enel non si tratta, o meglio, forse si potrà trattare dopo la fusione con Gaz de France: Gerard Mestrallet, amministratore delegato di Suez, in una intervista a Le Monde alza le ultime barricate prima dell’incontro che oggi il presidente del Consiglio, Romano Prodi, avrà a Parigi con il presidente francese Jacques Chirac. Un messaggio lanciato soprattutto al mondo politico francese, ma anche all’Enel, con la quale, tra l’altro, non ci sarebbero attualmente contatti: la fusione con Gdf «non è diretta contro nessuno e non è stata inventata contro la minaccia Enel» ha sostenuto Mestrallet.
Di fatto il boss di Suez sembra essere in difficoltà: il partito socialista francese sostiene che non ci sono più «pretesti» per la fusione Suez-Gdf dopo che l’Enel sembra aver rinunciato a lanciare l’Opa. E anche il governo di Parigi è sempre più scettico sull’operazione, che non potrà essere compiuta se non verrà varata la legge che permette allo Stato di scendere sotto il 70% in Gaz de France. Il ministro per l’Occupazione Jean-Louis Borloo ha dichiarato che l’affare Suez-Gdf deve andare avanti solo se «riveste un carattere vitale e strategico» che giustifichi la decisione di privatizzare Gdf ed Edf. Per l’ex ministro Patrick Devedjian la fusione è invece necessaria per impedire scalate.
Ed è infatti il «clima» che circonda l’operazione a preoccupare Mestrallet: se la sinistra francese, i sindacati e parte del governo sono contrari alla fusione, ieri è emerso anche che alcuni fondi americani hanno manifestato il loro malcontento per un merger Suez-Gdf che verrebbe fatto a 30 euro, mentre l’Opa Enel sarebbe stata ben più redditizia. Ieri il titolo ha perso circa il 2%, intorno ai 30 euro. Inoltre sul fronte politico il miglioramento dei rapporti tra Roma e Parigi potrebbe mettere in difficoltà Mestrallet: oggi non si parlerà solo di energia, ma sarà un giro d’orizzonte in cui si discuterà anche di informatica e di difesa e, forse, ma la cosa non è certa, anche di altri temi. E nei colloqui potrebbero essere affrontate le tre ipotesi avanzate ieri anche dal quotidiano Les Echos: l’acquisto di Electrabel da parte di Enel in cambio di una somma «interessante», una cogestione di Electrabel assieme a Suez, l’acquisto limitato ad alcuni asset di Electrabel. Tre ipotesi «in calando» che non sono comunque piaciute a Mestrallet che ha detto che Suez non intende vendere e che non ci sono contatti con Enel.
Da parte sua il gruppo guidato da Fulvio Conti in questo momento tace: ora tocca alla politica.

Oggi difficilmente potrà venire fuori una soluzione al problema Enel-Suez, molti si attendono però un’indicazione. La rinuncia all’Opa e la decisione del governo italiano di togliere il tetto del 2% alle partecipazioni straniere hanno infatti rasserenato il clima. Bisognerà vedere se questo basterà a sbloccare la situazione.

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