da Milano
«Sa qual è il problema? Che non vogliono far scendere il prezzo dellenergia in Italia: da quando cè la liberalizzazione il costo dellelettricità è salito, anziché scendere. È vero che petrolio e gas sono rincarati, ma è anche vero che allestero lenergia costa meno. Così abbiamo deciso di andarla a comprare oltre frontiera, se ce lo lasciano fare. E per farlo abbiamo deciso di costruirci noi le linee elettriche: è vicino il via libera di Terna, il bello verrà con Regioni e Comuni, poi anche il ministero dello Sviluppo economico dirà la sua. Ma noi ci proviamo». La partita che Nino Morgantini, presidente dellAicep (lassociazione dei grandi consumatori di energia) sta giocando ha due corni: da un lato mantenere le tariffe agevolate (ma contestate dallUe che minaccia di considerarle distorsione della concorrenza), dallaltro trovare procurarsi sul mercato elettricità a basso prezzo. Le tariffe agevolate sono quelle destinate ai grandi consumatori a certe condizioni (orari, interrompibilità, eccetera).
AllAicep aderiscono 24 soci: gruppi come Alcoa (alluminio), Italcementi, Buzzi (cemento), Saint Gobain, Pilkington, Bormioli (vetro), Alfa Acciai. Sui costi totali di produzione lenergia incide tra l8 e il 50%, con una media del 35 per cento. Ogni anno le imprese aderenti allAicep consumano 16 terawatt, circa il 5% dellintero consumo nazionale e il 10% del consumo industriale italiano. Lelettricità a basso prezzo diventa così un fattore strategico.
Di fronte al rischio che le tariffe agevolate incappino nella rete Ue, le imprese si stanno muovendo in due direzioni: nuove linee elettriche per importare energia dallestero (quelle attuali non sono sufficienti), dove costa meno, e, possibilmente, una centrale a carbone per produrre in proprio lenergia sulla scia da quanto fatto in Francia dal consorzio «gemello» Excelsium che ha raggiunto un accordo con Edf per costruire insieme una centrale atomica con un contratto a 15 anni che prevede forniture di elettricità al prezzo di 38 euro al Mw. Aicep ha cominciato proprio in questi giorni a lanciare un primo segnale alla stessa Edf per sondare la possibilità di uneventuale trattativa: lobiettivo è la costruzione di una centrale a carbone della potenza di 2mila Mw. Senza nascondersi che andrà a scontrarsi con i Verdi.
Lalternativa è la costruzione di «merchant line» ad alta tensione: erano stati presentati 10 progetti nel 2003, ma il cambio di normativa nel 2004 ha affossato liniziativa.
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