Eni punta su Technip, ma senza Opa

Prodi: i tempi lunghi della fusione Suez-GdF riaprono possibilità di dialogo per l’Enel

Paolo Giovanelli

da Milano

Eni è interessata alla francese Technip, ma non lancerà un’Opa. È quello che è emerso ieri dopo indiscrezioni, smentite e prese di posizione politiche durante il vertice italo-francese. Ma vediamo la giornata: l’Eni, attraverso la controllata Saipem, potrebbe lanciare un’Opa sulla francese Technip, una società specializzata in ingegneria e servizi petroliferi, affermavano ieri due quotidiani transalpini, La Tribune e Les Echos, proprio nel giorno del vertice italo-francese di Lucca. Quasi certamente non a caso. «Saipem - scriveva Les Echos - potrebbe far partire l’offensiva all’inizio della prossima settimana. Un’Opa su Technip costerebbe più di 6 miliardi di euro». Immediata la reazione del governo di Parigi: un portavoce ha affermato che il ministro François Loos ne avrebbe parlato nel vertice e che la vicenda veniva seguita «con attenzione», mentre il presidente del gruppo italiano, Roberto Poli, commentava: «Ogni giorno se ne dice una». Nel pomeriggio l’Amf, la Consob francese, ha fatto sapere che intendeva chiedere spiegazioni all’Eni. In serata è arrivata la smentita del gruppo italiano: «Su richiesta di Consob, Eni precisa che non è allo studio alcuna Opa nei confronti della società Technip», afferma una nota. Va tenuto presente che in base al regolamento francese una società che smentisce di avere in preparazione un’Opa non la può più lanciare nei sei mesi seguenti. La chiave di tutta la vicenda è però un’altra e va cercata nelle dichiarazioni del ministro Pierluigi Bersani: «Non vedo all’orizzonte iniziative ostili. Vedo, invece, un ragionamento possibile su accordi industriali - ha affermato - ritengo che se queste due aziende trovassero la possibilità di collaborare sarebbero il numero uno al mondo. Se ci fosse convergenza verrebbe fuori una cosa potenzialmente eccezionale». A quanto pare, Parigi, che sapeva delle trattative, «passando» la notizia ai due quotidiani ha voluto mettere le mani avanti: accordo forse sì, ma Technip resta francese. Resta da capire se davvero l’Eni volesse lanciare un’Opa e abbia fatto marcia indietro, o se i contatti prevedessero la possibilità che Saipem potesse acquisire una quota di minoranza e neppure questo obiettivo più limitato fosse gradito al governo francese. E in questo caso, se la «collaborazione» possa arrivare a uno scambio azionario Saipem-Technip.
E, a proposito di barricate francesi, il presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha detto che lo slittamento imposto dal tribunale di Parigi alla fusione Suez-GdF potrà essere «molto utile per riprendere discussioni amichevoli tra l’Enel e Suez». Un accordo, comunque, Italia e Francia l’hanno raggiunto: la francese Areva tratterà 235 tonnellate di scorie italiane di uranio.

Infine, ieri l’Eni si è impegnata a cedere da 1,5 a 2 miliardi di metri cubi di gas a grandi clienti a prezzi inferiori a quelli di mercato per chiudere l’istruttoria aperta dall’Antitrust su un presunto abuso di posizione dominante.

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