Enrique Morant Pellicer

Ancora un sacerdote spagnolo trucidato dai rojos nel 1936, appena scoppiata la guerra civile tra repubblicani e nazionalisti. Don Enrique Morant Pellicer aveva ventotto anni quando fu ucciso. Era infatti nato nel 1908 a Bellreguart, nella arcidiocesi di Valencia. Dopo gli studi elementari e superiori effettuati a Gandía, si iscrisse all’università di Madrid. Solo che, nel bel mezzo degli studi, avvertì con forza la chiamata al sacerdozio. Inizialmente i suoi genitori si opposero, perché avevano sognato un altro tipo di carriera per il figlio. Ma poi la di lui determinazione la spuntò e il giovane Enrique poté frequentare il seminario.
Nel 1933 fu ordinato sacerdote e destinato alla piccola parrocchia di Bárig. Lì mancava una sezione dell’Azione Cattolica e fu lui a fondarla. Si scoprì il pallino del catechismo e ne fu eccellente insegnante. Creò anche un biblioteca parrocchiale e un coro per le funzioni. Ma non poté fare altro perché i miliziani vennero ad arrestarlo. Lo chiusero in carcere con altri in attesa di esecuzione, e il giovane prete riuscì a confessarli preparandoli alla morte. Secondo il solito copione, i prigionieri non venivano fucilati sul posto ma portati altrove dopo una più o meno lunga scarpinata. In questo caso li spintonarono fino alla località Jaraco, dove li misero in fila e fecero fuoco.

Dalla relazione del ministro Irujo al governo repubblicano: «I sacerdoti e i religiosi sono stati posti in detenzione, imprigionati e fucilati, e per migliaia di loro senza istruttoria; (...) è stata data loro la caccia e messi a morte in modo selvaggio».

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