Entro fine mese il ministro Turco illustrerà i dati dei centri italiani

Ecco i punti della legge: l’accesso alla procreazione assistita è consentito solo nei casi di sterilità documentata e non risolvibile terapeuticamente. È per le coppie di fatto oltre a quelle coniugate, purchè maggiorenni in età potenzialmente fertile. No ai single, ai gay, alle «mamme-nonne» e alla fecondazione post-mortem. Non è consentita la fecondazione eterologa, con gameti di persona estranea alla coppia. Le coppie devono essere informate dei possibili effetti sanitari e psicologici. È possibile produrre non più di tre embrioni per volta (unico e contemporaneo impianto). La crioconservazione è prevista solo in caso di impossibilità di trasferimento nell’utero per gravi e non prevedibili problemi di salute della donna. Gli interventi in strutture pubbliche o private autorizzate dalle Regioni e iscritte all’apposito registro.

Entro fine mese il ministro Livia Turco dovrà esporre alle camere i risultati raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità in tutti i centri italiani che praticano la fecondazione assistita. Tra etica, scienza e politica, toccherà ai dati il compito di giudicare, a tre anni dalla sua entrata in vigore, la controversa norma italiana.

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