«Errori in ospedale, faremo guerra a chi sbaglia»

Troppi gli errori in ospedale. Il loro più di un bollettino medico sembra essere un bollettino di guerra. Una situazione intollerabile in tutta Italia, ma anche Milano purtroppo non é da meno. Ed é da qui che parte la lotta contro gli sbagli dei camici bianchi. A capitanarla é l'ex presidente della Provincia Ombretta Colli, attualmente membro della commissione Sanità del Senato, che sta per dar vita a un'associazione per difendere chi entra in ospedale per curarsi e ne esce danneggato.
«E' una vergogna - tuona la senatrice - una vera e propria strage delle persone indifese. E' assolutamente insostenibile, non si può più restare a guardare. I dati sugli errori in ospedale sono agghiaccianti. Basti pensare che le vittime degli errori in corsia sono più numerose di quelle degli incidenti stradali. Si tratta di un'amara realtà che non può continuare. Bisogna metterle un freno e passare dalle parole ai fatti, perché i cittadini vogliono efficienza e non chiacchere». E le chiacchiere la Colli intende lasciarle agli altri. Lei sta per far partire un'associazione che tutelerà i cittadini più fragili che dai ricoveri, invece che benefici, ne hanno tratto dei danni. Quest'associazione non ha ancora un nome. «Avrà la sede a Milano o a Roma, non ho ancora deciso - precisa l'ex presidente della Provincia - e dislocazioni in tutte le regioni. Perché purtroppo il fenomeno é nazionale». Ma cos'ha trasformato la senatrice milanese in paladina delle vittime dei camici bianchi? «I drammatici incidenti ospedalieri degli ultimi tempi - risponde Ombretta Colli -. La molla che mi ha spinta ad istituire l'associazione tutela pazienti é scattata mentre in commissione Sanità del Senato stavamo discutendo il caso della sedicenne che operata di appendicite è morta perché qualcuno ha sbagliato a inserire una spina. Mi arriva per sms la notizia dei dieci morti nella terapia intensiva dell'ospedale di Castellaneta. Qualcuno deve assolumente avere la responsabilità di controllare che da dove deve uscire ossigeno non escano gas. E pensare che questa dovrebbe essere una prassi consolidata, dovrebbe essere messa in atto con la stessa attenzione che abitualmente prestiamo, per esempio, ai condizionatori delle nostre auto per evitare di ammalarci di legionella».
«Invece - continua la senatrice - infezioni e virus negli ospedali sono all'ordine del giorno. E pensare che siamo nel 2000 e che con le opportune disinfezioni si potrebbero evitare tanti guai. A questo punto è necessario essere operativi e concreti, anche se nessuno ha la bacchetta magica». Non ha la bacchetta magica, ma l'esperienza necessaria in materia l'avvocato con il quale la Colli sta per dar vita alla nuova associazione. «Da anni - spiega la senatrice - si sta occupando a titolo gratuito di fornire sostegno legale alle fasce deboli per ottenere risarcimenti. Oltre a lui hanno aderito altre persone, tutte volontarie, alcuni commercialisti e un notaio che ha una bella conoscenza di tematiche legali».
E medici? «Per ora nessuno - è la risposta della Colli-, ma non è detto che non arrivino adesioni anche da parte loro. Il contributo di un medico legale sarà senz'altro importante. Così finalmente potremo aiutare i cittadini perché questi sono problemi gravi e molto diffusi. Non come la discussione sulla libera professione intramoenia che in commissione Sanità del Senato ci vede impegnati da un anno e riguarda un numero ristretto di cittadini. Quell'intramoenia che è il sogno dei direttori generali degli ospedali».

«Un 20 per cento di visite che si potrebbero definire private-pubbliche - conclude la senatrice di Forza Italia - per il quale si dovrebbe investire in studi e macchinari che consentirebbero di ammortizzare le spese solo dopo perlomeno un decennio».

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