Esplode la rabbia di Alemanno: «Dai magistrati un’ingiustizia»

RomaVia, tutti fuori. Tutti e 22 liberi, solo uno è stato spedito agli arresti domiciliari. Ma la scelta del magistrati di Roma di scarcerare, dopo aver convalidato i fermi, i giovani finiti dietro le sbarre per gli scontri di martedì, a Gianni Alemanno non va proprio giù. «Sono costretto a protestare a nome della città contro le decisioni assunte dalla sezioni II e V del tribunale di rimettere in libertà in attesa di giudizio quasi tutti imputati degli incidenti del giorno 14», scrive il sindaco, che polemizza pure con il presidente dell’Anm Luca Palamara.
«C’è una profonda sensazione di ingiustizia - spiega Alemanno - perché i danni provocati richiedono ben altra fermezza nel giudizio della magistratura sui presunti responsabili di questi reati. Non è minimizzando la gravita di certi fatti che si dà il giusto segnale per contrastare il diffondersi della violenza politica nella nostra città». Pugno duro dunque, «perché è evidente che queste persone hanno dimostrato di essere soggetti molto pericolosi per la nostra città».
Parole che non piacciono all’Anm. La critica ai provvedimenti dei magistrati è legittima, replica Palamara, «non lo sono invece gli insulti nei confronti dei giudici e della istituzione nel suo complesso». Ribatte qualche ora dopo Alemanno: «La mia era una protesta contro la decisione di scarcerare i presunti responsabili degli scontri, una critica rispettosa. Non ho mai insultato la magistratura». Palamara stavolta «apprezza» le frasi del sindaco «sul rispetto del ruolo dei giudici». Incidente chiuso.
Resta aperto invece il problema. Il Guardasigilli Angelino Alfano è «solidale con gli studenti che manifestano in buona fede», «vicinissimo ai nostri ragazzi delle forze dell’ordine che hanno rischiato la vita» e «lontanissimo da chi ha parlato subito di infiltrati». Per il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, «è molto grave che siano stati scarcerati larga parte di quelli che hanno messo a ferro e a fuoco Roma, rischia di essere un segnale di impunità».

E mentre Maurizio Gasparri definisce «un atto da irresponsabili» la liberazione dei 22 giovani, il leghista Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, parla di «decisione incomprensibile che va contro il comune sentire: così va a finire che il popolo si arrabbia davvero».

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