È l'ultimo sacrificio chiesto agli spagnoli, il più pesante e il più opprimente: rinunciare alla siesta. Niente più sonnellino pomeridiano, pennichella, relax dopo mangiato. La Spagna in crisi deve muoversi, lavorare, produrre di più. Rajoy rimedia dove può, e la siesta ormai è un lusso da tagliare. Via; dal nuovo anno, tutti i dipendenti pubblici, avranno solamente mezz'ora per la pausa pranzo. E così, in questo Paese già umiliato dalla crisi, anche la siesta scompare. Ci vuole coraggio, e il premier lo ha dimostrato togliendo tanto a tanti. Agli statali prima di tutto, che indignati hanno già annunciato scioperi. «Siamo talmente furiosi che saremo uniti nella nostra protesta», hanno tuonato i sindacati. Tagliate anche le vacanze, almeno la metà dei 22 giorni di ferie, dovranno essere prese nel periodo estivo, tre giorni invece di cinque di permesso all'anno.
Rajoy spreme e conta i soldi che non ci sono. Le casse piangono, il Paese è alle strette. È già saltata la tredicesima di Natale, sarà così anche l'anno prossimo, fino al 2015. É la ricetta lacrime e sangue del premier che nel suo discordi fine anno aveva già avvertito: «Saranno anni duri. La Spagna è stata uno degli epicentri della crisi del debito che ha colpito l'Unione Europea». Sono passati solo pochi mesi, era maggio, quando gli spagnoli si erano indignati per una critica di Angela Merkel, che, dalla Germania esasperata dai piani di salvataggio dei Paesi in difficoltà dell'eurozona, li aveva duramente criticati per la dolce vita: troppe vacanze in Spagna, aveva detto Frau Merkel. «Non possiamo avere una moneta comune dove alcuni hanno molte vacanze mentre altri molte di meno».
Rendendo pan per focaccia, El Mundo aveva titolato: «Gli spagnoli lavorano di più, guadagnano di meno e vanno in pensione più tardi dei tedeschi». Citando dato Ocse, El Mundo precisava poi che gli spagnoli lavorano il 19% in più dei tedeschi. «Le critiche della Merkel hanno poco fondamento nel caso dei pensionamenti», incalza El Mundo. In entrambi i Paesi, l'età ufficiale del pensionamento è di 65 anni ed entrambi hanno approvato una riforma per alzarla progressivamente a 67 anni. Ma l'età reale del pensionamento è più alta in Spagna: 62,8 anni, 61,5 i tedeschi.
Oggi anche l'ultimo lido, di quiete e di calma è stato tolto. Secondo un'indagine realizzata a Madrid dalla Fondazione di educazione alla salute dell'ospedale San Carlos e dall'Assocama, l'84% degli spagnoli, non può più permettersi il sonnellino pomeridiano. E del fortunato 16% che invece ancora pratica lo «yoga iberico», termine coniato dallo scrittore Camilo José Cela, solamente il 27% s'infila tra le lenzuola. Gli altri si accontentano di chiudere gli occhi sul divano o in poltrona, davanti al televisore acceso, per una ventina di minuti. Un vecchio ricordo dei sontuosi pisolini di massa che furono.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.