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Adesso Battisti rischia l'espulsione Il Brasile lo caccia per un timbro falso

Dopo averlo perdonato per aver ammazzato quattro persone negli Anni di piombo, il Brasile vuole punirlo per aver falsificato il passaporto. Ma pagherà mai per il sangue versato?

Adesso Battisti rischia l'espulsione Il Brasile lo caccia per un timbro falso

L'eterna epopea di Cesare Battisti rischia di concludersi in farsa. Dopo l'annoso tira-e-molla tra il governo italiano e la giustizia brasiliana, l'ideologo dei Proletari armati per il comunismo (Pac) rischia di essere finalmente sbattuto fuori dal Brasile. Un ravvedimento del Supremo tribunale per placare il dolore dei familiari delle vittime? Macché. Niente di tutto questo. L'ex terrorista, condannato in contumacia all'ergastolo per aver commesso quattro omicidi durante gli Anni di piombo, potrebbe essere espulso per aver usato falsi timbri sul passaporto.

"Quando i francesi parlano di me mi definiscono ex-militante politico, non terrorista - spiegava tempo fa in una intervista a Paris Match - mi hanno permesso di rifarmi una vita". In realtà, anche se la Francia lo ospitò a lungo, fu il Brasile a ridargli la libertà affrontando a muso duro la giustizia italiana e facendo una pernacchia alle famiglie delle vittime. Trascorsi quattro anni e quattro mesi in carcere a Brasilia, era stato liberato il 9 giugno 2011, poche ore dopo che la Corte Suprema aveva bocciato la richiesta di estradizione in Italia, accordandogli poi lo status di rifugiato politico. Molto probabilmente, però, Battisti non invecchierà sulle assolate spiagge di Rio de Janeiro sorseggiando caipirinha e ammirando le bellezze carioca. L'ex terrorista, che negli ultimi anni si è pure messo a scrivere libri per sbarcare il lunario, potrebbe avere i giorni contanti. Dopo aver a lungo goduto della benevola protezione del presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva che, prima di finire la legislatura, aveva rifiutato l'estradizione in Italia, adesso potrebbe diventare un ospite poco gradito. Oggi la Quinta Sezione del Supremo tribunale di Giustizia brasiliano ha respinto il ricorso dell’ex esponente dei Proletari Armati per il Comunismo per una revisione della condanna per la falsificazione di timbri del servizio immigrazione sul passaporto con cui, nel 2004, entrò nel Paese. Il caso sarà esaminato ora dal ministro della Giustizia José Eduardo Cardozo per adottare "le misure ritenute ragionevoli". La legge brasiliana prevede fino all’espulsione per chi falsifica i documenti per ottenere l’ingresso o il soggiorno nel Paese.

La latitanza di Battisti potrebbe finalmente finire. Il Brasile, che è stato sempre disposto a perdonare le persone ammazzate durante gli Anni di Piombo, è pronto a fargliela pagare per aver falsificato il passaporto. "Lo aspettiamo in Italia a celle aperte", ha commentato la deputata del Pdl Elvira Savino.

Potrebbe essere il degno finale di un assassino che, mascherandosi dietro alla lotta politica, non ha mai pagato il suo debito con la giustizia italiana.

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