Sarà il trionfo dell’islam algerino. Anche se a costruirla saranno settemila cinesi. Benvenuti nell’era della globalizzazione e della cavalcata asiatica alla conquista del mondo. Benvenuti in Algeria, dove per la costruzione della Grande Moschea della capitale, con un minareto alto trecento metri, la cinese Cscec si è aggiudicata i lavori e manderà presto settemila braccia per completare il prima possibile il tempio islamico, il cui completamento costerà alle casse statali un miliardo di dollari. Magia della competitività asiatica, che ha garantito all’impresa cinese la vittoria della gara d’appalto - un contratto miliardario - nonostante la fortissima concorrenza dei grandi del mondo delle costruzioni. I cinesi hanno promesso che ultimeranno i lavori in 42 mesi, con costi abbastanza contenuti e fine della partita.
Ma il match che si apre adesso è quello della convivenza tra due culture completamente diverse ma che già da qualche tempo, proprio per questioni commerciali, hanno cominciato a interagire. Insieme a settemila operai cinesi lavoreranno infatti anche diecimila persone della manodopera locale. Da qui a breve, la spianata di Mouhammadia, che si affaccia sulla baia d’Algeri, sarà un brulicare di uomini ed automezzi che, oltre ad avviare le prime opere di urbanizzazione, costruiranno dal nulla una piccola città dove i cinesi, a turno, abiteranno: ci sarà chi lavora e chi riposa.
Ma i dubbi restano molti: sull’opera in sé e sul grande dispendio di
risorse statali in un momento di forte crisi economica. Intanto la politica tira dritto, forse per autocelebrare i 50 anni della nomenklatura al potere, o per offrire un tributo all’islam (moderato) che è il collante del Paese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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