Il Natale per i marò sta diventando una via di mezzo fra una presa in giro e un «de profundis». Lo scorso anno sono tornati a casa, ma hanno dovuto rientrare in India. Adesso neppure ci siamo sognati di chiedere il «permessino» per le feste, che non sarebbe stato concesso, e i familiari dei fucilieri di Marina sono volati in India per un Natale amaro. La ciliegina sulla torta è lo stucchevole intervento di ieri, in versione pre natalizia, del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. «Spero di rivedervi presto tra non molto al Quirinale» ha auspicato il capo dello Stato in teleconferenza con Massimiliano Latorre e Salvatore Girone trattenuti da 22 mesi in India. Lo aveva detto anche lo scorso anno accogliendoli al Quirinale durante il permesso natalizio.
E se va avanti di questo passo i marò torneranno a casa con i capelli bianchi o con una condanna pesante sulla testa. Napolitano si è pure accorto che in India si vota a primavera con i nazionalisti indù, che vogliono la testa dei nostri fucilieri, favoriti nei sondaggi. «A volte sembra che siamo l'unica nazione dove le elezioni creano problemi: li creano anche in India. - sono state le parole di Napolitano - Ci era stato prospettato un processo fair fast, corretto e rapido che però ora incontra difficoltà perché siamo vicini al voto indiano». E non potevamo pensarci prima dato che le elezioni erano previste? Soprattutto prima di infilarci nel tunnel del processo in India invece che tenere la linea del Piave del giudizio in Italia o batterci per l'arbitrato internazionale. La parte più tragicomica dell'intervento del Colle sui marò in melassa pre natalizia riguarda l'ennesima promessa non mantenuta da Delhi.
«Confidiamo che si aprano nuove prospettive - spera Napolitano - come mi era stato detto dall'ambasciatore indiano quando è stato ricevuto al Quirinale per le credenziali». Peccato che il ricevimento al Colle sia avvenuto il 19 giugno, ben sei mesi fa, quando già si profilava la palude giudiziaria in cui ci siamo ficcati. Negli ultimi sei mesi Napolitano non ha mai alzato la voce con il nuovo ambasciatore, Basant Kumar Gupta, che gli aveva evidentemente fatto una promessa da marinaio. Il capo dello Stato, in versione Babbo Natale, ha comunque sottolineato che «il governo italiano tutto» oltre alla vicinanza con i marò si sta impegnando al massimo per risolvere il caso.
Lo stesso governo che sperava di chiudere la partita del processo entro l'anno e ha sbagliato clamorosamente i calcoli. Ai marò auguriamo un minimo di serenità con i loro familiari, ma per chi crede in un'Italia con la I maiuscola è un Natale di vergogna.www.gliocchidellaguerra.it
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