Il sexgate della Bbc si abbatte sul «New York Times» e il suo nuovo Ceo Mark Thompson rischia il posto ancor prima di essersi insediato. Ex direttore generale della rete britannica di servizio pubblico, Thompson era stato scelto dall'editore Arthur Sulzberger per rimettere in carreggiata i conti del giornale: ieri è stato accusato da un noto columnist del quotidiano di aver «intenzionalmente ignorato» lo scandalo del dj pedofilo Jimmy Savile. Il nuovo ad si dovrebbe insediare il 12 novembre e Rupert Murdoch si frega le mani: una congiuntura astrale vede alla graticola in un colpo solo la sua «bestia nera» in Gran Bretagna e, oltreatlantico, l'odiato arcirivale del suo «gioiello di famiglia», il Wall Street Journal.
In un commento intitolato «The Right man for the Job?» e avallato dagli umori anti-Thompson dei lettori, il columnist Joe Nocera si è unito alle perplessità della «public editor» del New York Times Margaret Sullivan che nei giorni scorsi aveva messo in dubbio l'opportunità dell'assunzione di Thompson «alla luce della piega che ha preso lo scandalo Savile».
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