Dalle prossime settimane sarà più facile ottenere la cittadinanza francese. Non è ancora iniziato l'iter per concedere il diritto di voto agli stranieri, che il governo socialista ha trovato il modo di risolvere la questione alla radice. Non passando dal Parlamento, ma cancellando l'attuale sistema di naturalizzazione - particolarmente severo e voluto da Nicolas Sarkozy - con una circolare ministeriale. A giorni sarà inoltrata a tutti i prefetti di Francia, insieme con un vademecum per spiegare il cambiamento.
Soppresso il questionario a risposta multipla introdotto dal governo neogollista; via la «clausola» che impone ai richiedenti di vantare un lavoro a tempo indeterminato nel Paese. Basterà essere «studenti meritevoli» e saranno presi in considerazione anche altri criteri giudicati favorevoli, come la «stabilità famigliare».
Firmato dal ministro dell'Interno, Manuel Valls, il provvedimento segna un ritorno alle origini del programma socialista: facilitare l'immissione di nuovi cittadini. E se il ministro dell'Interno annuncia la linea dura sulle espulsioni di islamici, non rinuncia neppure al proposito di cancellare le difficoltà. L'immissione facilitata nel tessuto francese è ritenuta un incentivo al bon ton.
I riconoscimenti sono «in caduta libera», dice. Questo a causa del difficile percorso introdotto dal predecessore, Claude Guéant. Valls mostra i numeri: «Se non facciamo qualcosa, il dato diminuirà ancora del 40% entro il 2012, dopo un abbassamento del 30% tra il 2010 e il 2011. La presidenza Hollande registrerà nuovi cittadini già nel 2012. Pronti a ringraziare, magari alle urne, come ha fatto lo stesso Valls, diventato francese sotto Mitterand all'età di vent'anni e oggi responsabile di un dicastero. A modo suo. Facendo carta straccia dell'era Sarkozy.
Il governo vuol trasformare l'esame in una specie di autodichiarazione di adesione a non meglio specificati «valori» con la firma di una carta dei diritti e dei doveri del cittadino.
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