Il maestro Zubin Mehta ha un unico rimpianto: aver lasciato il Giappone prima del 17 marzo. Lui era lì con il Maggio Musicale fiorentino. Poi il terremoto ha stravolto tutto, le date sono state cancellate. Oggi il Maestro Mehta è con lorchestra a Shangai. «Era tutto pronto per i festeggiamenti dei 150 anni dItalia. Sarebbe stata una grande serata. E invece...».
Maestro perché lei voleva restare?
«Perché a Tokyo non cerano rischi per la salute della gente».
Ma i giornali e le tv danno unaltra versione.
«Bisogna stare attenti e distinguere: la paura e la preoccupazione per il nord, la zona più colpita, sono sacrosante. Cè stata questonda maledetta che ha spazzato via tutto. Poi è arrivato il rischio nucleare. È vero, ma dove eravamo noi, a Tokyo, non cerano rischi. La situazione sotto controllo e la gente era tranquilla. Poi sono iniziate ad arrivare le notizie allarmanti dallItalia e la paura è iniziata a crescere. È la stampa che ha esagerato».
Nessuna paura delle radiazioni?
«Non cera motivo di preoccuparsi. Anzi, io mi ero offerto di restare qui con mia moglie. Avrei voluto fare un concerto benefico per solidarietà nei confronti di questo popolo così forte che oggi deve superare una prova particolarmente dura».
E poi?
«Cera il problema del razionamento dellelettricità, non si poteva fare».
Mai nessuna tensione con i componenti del Maggio?
«Un paio di cantanti sono spariti senza avvisare. E non mi è piaciuto. Non è stato un gesto elegante nei confronti dei colleghi. Ma per il resto voglio ringraziare tutti gli altri che hanno dimostrato professionalità e coraggio. Abbiamo continuato a suonare fino a quando abbiamo potuto.
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