In Egitto il test della rinascita parte dal turismo

Cani antibomba, telecamere e agenti in borghese per rilanciare l'immagine

La spiaggia di Marsa Alam
La spiaggia di Marsa Alam

nostro inviato a Marsa Alam (Egitto)

Sul Malpensa Express si ripassa quello «sconsiglio» della Farnesina che pende come una spada di Damocle su alcune zone dell'Egitto: meglio non andare «in tutta la penisola del Sinai, comprese le località balneari quali Sharm el Sheik, Dahab, Nuweiba e Taba». Paura del terrorismo jihadista, tribù beduine, microcriminalità. «Una batosta da paura per il turismo, in una delle mete preferite dagli italiani», è il mantra sul volo No2560 per Marsa Alam. È il popolo dei tour operator che si muove: sei ore dopo lo sbarco all'Intercontinental The Palace di Port Ghalib, per il giorno dell'adunanza, ne arriveranno 700, tra agenti di viaggio e tour operator.

Alla crisi il Cairo e i «signori del viaggio» del Belpaese hanno deciso, per la prima volta tutti insieme, di rispondere con una convention in una zona di palmizi, barriere coralline e gite in catamarano. Per l'evento «United for Egypt» il governo avrebbe sborsato 500mila euro. «A febbraio - raccontava ieri il ministro del Turismo egiziano Hisham Zaazou - per Berlino c'era il pericolo di un attacco imminente…». Non un bello spot per il 2014, l'anno «degli sconsigli di diversi dicasteri esteri». Poi il resto, e non è poco: due rivoluzioni, nel 2011 contro Hosni Mubarak e nel 2013 contro Mohamed Morsi. Ma la recente elezione di Abdel Fattah al-Sisi, che promette il ritorno della stabilità, potrebbe rappresentare un punto di partenza. «Ci stiamo impegnando a fondo per rilanciare l'immagine del Paese», afferma il ministro. In primo piano la sicurezza: verrebbero anche usati cani anti-bomba, telecamere nei resort e agenti in borghese. Poi il contributo dei tour operator che «vogliono fare sistema per difendere un bene prezioso come il turismo, il suo lavoro», commenta Luca Battifora, il neopresidente di Astoi. La sera prima del summit, alla cena a bordo piscina vip dello spettacolo (Eleonora Brigliadori, Antonella Elia e i comici Ale&Franz) buona tavola e aria leggera, ma le voci istituzionali tra un bicchiere e l'altro non lesinano storie e testimonianze.

«Ai problemi c'è anche una risposta emotiva», aggiunge Pier Ezhaya, direttore generale della Francorosso Alpitour World, il che può significare «perdita di posti e posizioni sullo scacchiere». L'improvviso veto italiano del 16 agosto scorso per i tour operator fu il caos, perché dovettero cambiare le destinazioni a migliaia di clienti imbufaliti. Costò un centinaio di milioni. Sui motivi degli sconsigli, si è scatenata una ridda di voci. «Inizia la Germania e tutti gli vanno dietro», c'è chi maligna. «Vogliono dare una mano a Grecia, Tunisia e Spagna», i fanta-cospirologhi da spiaggia azzardano. «Alla Bonino non piaceva un certo governo egiziano» sentenziano i rumors. A Sharm, dove nel 2005 scoppiò una bomba, la gente comunque ci va lo stesso. «Coi voli di linea saltando le agenzie, che non operano sulla zona». Tra i più assidui inglesi e russi. Gli italiani si spostano. E a volte mettono radici, anche perché i prezzi restano buoni, «ancor più scontati», ammette a denti stretti qualche operatore. «È la quinta volta che veniamo a Marsa Alam - racconta la famiglia Azzini di Milano, mentre il figlio sguazza tra i pesci colorati -. Qui ci sentiamo tranquilli». Erano a Sharm una settimana poco prima dell'attentato; tremano ancora. Sono a Port Ghalib con gli amici, il villaggio è da set esotic-hollywoodiano. «Ma siamo orfani di Nabq Bay - dice la fiorentina Daniela -. Un posto per noi diversamente giovani, coi budda bar, la vita la sera, i locali…».

Già, ma tutti vorrebbero tornare a quando si girava liberi e il Paese delle sfingi, prima della primavera araba, era arrivato ad ospitare oltre un milione di turisti italiani

all'anno. L'ambasciatore italiano al Cairo Maurizio Massari al summit è chiaro: «Per raggiungere questo risultato è necessario che le autorità egiziane continuino a lavorare per garantire adeguate condizioni di sicurezza».

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