Aveva osato dire che «mai si sarebbe convertito all'islam, nemmeno se gli fosse comparso Maometto». Una frase che un gruppo di ribelli islamici ha giudicato sufficiente per giustiziare ieri ad Aleppo un ragazzo di 15 anni accusato di blasfemia. Hanno trascinato il giovane venditore di caffè davanti alla sua famiglia e dopo averlo frustato lo hanno finito a colpi di pistola per dare l'esempio. A denunciare le violenze dei gruppi islamici ora sono perfino gli stessi ribelli, pur combattendo entrambi contro Assad. Secondo Abdel Rahman, presidente dell'Osservatori per i diritti umani in Siria, espressione dei ribelli, il gruppo è formato da jihadisti stranieri: «Parlano arabo, non siriano. Hanno sparato al ragazzo in bocca e al collo, davanti a madre, padre e fratelli».
L'Osservatorio ha condannato l'esecuzione come «criminale e un regalo al regime del Presidente siriano Bashar al-Assad». Intanto l'America ha annunciato che deciderà in settimana se fornire armi ai ribelli. Una decisione che potrebbe suscitare polemiche, proprio per la forte presenza di integralisti tra i ribelli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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