La mazzetta di Bin Laden: pagò il permesso per la casa dove fu ucciso

La rivelazione in un diario: il terrorista sborsò pochi euro per «ungere» un funzionario. E in quella residenza fu scoperto dal commando Usa

Il terrorista di Al Qaida Bin Laden
Il terrorista di Al Qaida Bin Laden

Alle mazzette non sfugge nessuno. Neppure il peggiore dei terroristi. Ora è certo anche Osama Bin Laden pur di campare tranquillo metteva mano al portafoglio. A rivelarlo sono gli appunti ritrovati nel rifugio di Abbottabad dove il capo di Al Qaida venne fatto secco da un unità di forze speciali americane. Per tirar su quell'ultimo rifugio il terrorista non esitò a versare 50mila rupie pachistane nelle tasche di un corrotto funzionario statale.

La vicenda, descritta nei taccuini in cui il capo di Al Qaida annotava le sue giornate, si svolge ad Abbottabad nel 2005 ed ha per protagonisti un emissario del capo terrorista e il «patwari» della zona, il funzionario a cui spetta il rilascio di pratiche e permessi. Quando l'inviato di Al Qaida spiega di voler costruire di un edificio di tre piani il burocrate gli fa capire di tener pronte 50mila rupie. Al cambio non sono più di 400 euro, ma per il livello di vita medio del Pakistan è una piccola fortuna. L'inviato di Al Qaida deve dunque ottenere il via libera del grande capo. Ma Bin Laden non stupisce, non si scandalizza e tanto meno s'oppone. Approva con un sorriso accondiscendente la richiesta e manda immediatamente il suo uomo ad accontentare il «patwani». Quest'ultimo, convinto di estorcere i soldi ad un riccone qualunque, commette invece il peggior errore della vita.

Non appena i servizi segreti pakistani terminano la traduzione dei diari il povero «patwani» si ritrova immediatamente in galera con l'accusa di concussione. Le autorità pakistane, così solerte nell'arrestarlo si guardano bene però dal rivelare gli altri segreti celati nei 137mila documenti sequestrati. Anche perché quei documenti potrebbero contenere pericolose indiscrezioni sulla rete di appoggi che consentì Bin Laden di vivere indisturbato per sei anni dentro un rifugio costruito a poco più di un chilometro dalla principale accademia militare del paese.

Se pagare è la regola dei Bin Laden per vivere tranquilli allora anche Zaina, la nuora del defunto terrorista, sembra pronta ad adeguarsi alle regole.

Zaina Bin Laden, l'inglese 56 enne che nel 2007 incontrò e sposò in Egitto Omar, uno dei figli del capo di Al Qaida, è infatti diventata, una sostenitrice della Royal British Legion, l'ente benefico di reduci e invalidi delle Forze armate britanniche. Così nel Remembrance Day i veterani in grucce e carrozzella che hanno lasciato in Afghanistan un pezzo del proprio corpo si ritroveranno accanto Zaina e il marito Omar Bin Laden con al petto il tradizionale papavero rosso. Per Zaina non è un grosso problema. «Non importa chi era mio suocero - dichiara - una buona causa è una buona causa e la beneficenza ha un ruolo importante nella mia vita». Ovviamente la buona causa è anche un modo per far accettare la propria presenza nel Regno Unito assieme all'imbarazzante marito.

Di fronte a quella beneficenza pelosa le autorità non possono

però che far buon viso a cattivo giuoco. «La Legione - spiegano i militari - non può negarle l'iscrizione in base al cognome, perché sarebbe una discriminazione, anche se molti iscritti non ne saranno propriamente felici».

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