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Elezioni Israele, per Netanyahu una vittoria dimezzata

Il favorito primo per un soffio: "Allargherò la coalizione". Per gli exit poll la destra avrà la maggioranza di un solo seggio

Elezioni Israele, per Netanyahu una vittoria dimezzata

Tel Aviv - Margherite bianche e sfondo blu con le bandiere d'Israele. Così ieri sera era decorato il palco del quartier generale del Likud. Quando questo giornale andava in stampa, i primi exit poll davano il suo partito, in ticket con il movimento del ministro degli Esteri Avigdor Lieberman, vincente con 31 seggi. «È chiaro che i cittadini israeliani hanno scelto che io continui come premier e che formi un governo con la maggiornaza più ampia possibile» ha detto il premier in una nota. Gli israeliani hanno votato ieri per il rinnovo del Parlamento e a sorpresa l'afflusso ai seggi è stato il più alto dal 1999, oltre il 55%. L'alto numero di elettori non ha aiutato la destra, ma premiato il centro e la sinistra. La sorpresa di queste elezioni è l'incredibile performance del partito centrista Yesh Atid - C'è Futuro - di uno dei volti nuovi della politica israeliana, l'ex giornalista Yair Lapid. Con circa 18-19 seggi il piccolo e nuovo movimento sarebbe la seconda forza politica del Paese. Benjamin Netanyahu è stato per settimane il favorito dei sondaggi e gli analisti hanno preannunciato una sua vittoria ma, come successo, con molti meno voti rispetto al 2009. Per alcuni di loro, il nuovo governo rappresenta il tramonto del regno del premier, il primo ministro israeliano più a lungo al potere dopo Ben Gurion. Per Sefy Hendler, giornalista del quotidiano Haaretz, Netanyahu sarà costretto a governare con una coalizione instabile e «non riuscirà a ottenere un quarto mandato». Se queste elezioni sono quindi la riconferma di un vecchio governo, rappresentano un'occasione per una nuova generazione, come provano i nuovi numeri.

C'è un rinnovamento - nuovi volti e politici giovani - sia nella leadership dei partiti sia nelle liste dei deputati, mentre storici baroni della politica nazionale, come l'ex ministro della Difesa Ehud Barak e il vice premier Dan Meridor, sono usciti di scena proprio alla vigilia del voto. E la seconda forza politica, prima dello storico partito laburista che avrebbe 17 seggi, si trova ora al centro. Il figlio d'arte Yair Lapid - suo padre era a capo del partito laico Shinui - alla sua prima prova elettorale ha attirato molti voti, rubandoli al premier. È ora un importante alleato da corteggiare per Netanyahu. Un altro nuovo politico che uomo che ha portato via molti voti a re Bibi è una giovane star in ascesa, un 40enne vicino al movimento degli insediamenti della Cisgiordania ma anche un volto conosciuto nella Tel Aviv delle start up. Naftali Bennett è un imprenditore dalla faccia pulita che soltanto un mese fa è diventato il capolista di un moribondo partito, Folcolare ebraico, che dagli exit poll ha ottenuto circa 12 seggi. Bennett ha ringiovanito la faccia del movimento con i suoi modi che piacciono alle telecamere attirando l'attenzione dei media stranieri perché parla apertamente contro la formazione di uno Stato palestinese. Il numero cinque della lista è la prima politica laica della storia del partito. Ayelet Shaked ha 36 anni, è bella e carismatica. Assieme a Bennett ha lavorato a lungo nello staff di Netanyahu.

Il cambio generazionale attraversa lo spettro politico. A sinistra, ai primi posti delle liste laburiste, ci sono due leader della rivolta sociali che nell'estate del 2011 hanno invaso il modaiolo boulvard Rothschild di Tel Aviv contro il carovita. Stav Shaffir e Itzik Shmuli hanno 27 e 32 anni. Lei sarà la deputata più giovane della storia del Parlamento israeliano.

«È un grande cambiamento - dice al Giornale - prima la politica in Israele la faceva soltanto un gruppo ristretto, ora i giovani si sentono più coinvolti». E se nel Likud Netanyahu resta il forte padrone di casa, la nuova guardia aspetta il suo momento: il ministro dell'Educazione Gideon Saar, 46 anni, non nasconde le sue aspirazioni da premier.

@rollascolari

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