La rivolta dei comuni: tutti al fianco dei marò

I marò parlano alla stampa indiana, senza dire nulla di nuovo. Nel frattempo in Italia le amministrazioni locali sono in rivolta al loro fianco. Il presidente di centrodestra della provincia di Lecco ha dimostrato più attributi dei governi nazionali che si sono succeduti sul pasticcio dei marò. Daniele Nava ha detto no a un film indiano che Bollywood voleva ambientare in una splendida villa della provincia. «Prima vengono i diritti e il rispetto delle persone, poi i vantaggi economici e di immagine che sicuramente un film girato sul lago porterebbe» ha dichiarato Nava. Bollywood è l'industria della cinematografia indiana con budget e incassi stellari. Se la provincia di Lecco dice no ai trenta denari degli indiani, il comune di Rosolini, in provincia di Siracusa, guida la rivolta per dire no al processo in India. L'amministrazione comunale ha lanciato un'iniziativa per sollecitare l'arbitrato internazionale sul caso dei marò (la delibera si può scaricare sul sito dell'amministrazione siciliana alla pagina www.comune.rosolini.sr.it). E una trentina di comuni italiani si sta accodando. Lunedì gli indiani dovranno scoprire le carte e formulare le accuse specificando che norma vogliono usare con o senza pena di morte. Nell'incontro con la stampa di Delhi il tono suggerito a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone è come sempre mieloso e conciliante. «A noi dispiace per la perdita di due vite umane, ma non ci sentiamo assolutamente responsabili» è una delle affermazioni più decise di Girone. Latorre ha aggiunto che «abbiamo ricevuto molte manifestazioni di sincero affetto da parte del popolo indiano».

Lo scatto di orgoglio è ricordare, come capo squadra dei fucilieri di Marina a bordo dell'Enrica Lexie, che «noi lavoriamo per la Marina e per lo Stato, punto». La minaccia da parte indiana è di applicare nei confronti dei marò il Sua act, una legge che li bollerebbe automaticamente, assieme all'Italia, come terroristi, anche se presunti.