Orrore in Siria per tre decapitati

Orrore in Siria per tre decapitati

Per decapitarli usano un coltellaccio da cucina segando letteralmente il collo delle vittime. Poi il boia di Al Qaida in Siria alza le teste mozzate e sanguinolente per eccitare la folla che urla «Allah o akbar», Dio è grande. Si tratti di frati francescani, fedeli cristiani o musulmani accusati di stare dalla parte di Assad rimane sempre un orribile crimine di guerra.
Ieri ha cominciato a circolare dall'inferno della Siria un video di 9 minuti e 35 secondi, girato domenica scorsa, che sembra la triste copia delle esecuzioni davanti alle telecamere dei talebani. In perfetto stile Jabath al Nusra, la costola siriana di al Qaida, un corpulento guerrigliero con barbone islamico d'ordinanza arringa un centinaio di persone, comprese donne velate e ragazzini. In testa porta un pacul, il classico cappello a ciambella di lana usato da molti afghani. Non a caso l'arabo del boia zoppica, mentre annuncia la condanna a morte per due delle tre vittime. I poveretti sono legati con le mani dietro la schiena, bendati e allineati in ginocchio ai suoi piedi. Il tagliagole potrebbe arrivare dall'Afghanistan o dalle aree tribali pachistane. Diversi uomini armati attorno a lui sembrano stranieri, alcuni con lineamenti orientali.
Il boia spiega che i due condannati a morte, anche se in abiti civili, sono «degli ufficiali del regime» sorpresi con «armi e munizioni». Nelle loro tasche e sull'agenda dei telefonini sarebbero stati trovati i contatti con i governativi. Un altro boia con barba e capelli rossicci e lunghi tira fuori un coltellaccio. All'ordine di eseguire la sentenza comincia letteralmente a segare la testa della prima vittima. La folla si scatena alla vista del sangue filmando e scattando foto con i telefonini per immortalare la scena. La testa mozzata viene alzata come un trofeo e poi sistemata sul cadavere del decapitato. La scena ripugnante si ripete con il secondo condannato a morte. L'esecuzione avviene in aperta campagna.
Il video è stato messo in rete da un sito filo regime che lo presentava come l'esecuzione di almeno un religioso cristiano. La notizia è stata ripresa da Radio France internationale e sul primo momento sembrava che i tre prigionieri fossero dei frati francescani. Il primo decapitato era stato indicato come padre François Mourad. In realtà il religioso siriano è stato ucciso il 23 giugno quando gli estremisti islamici di Al Nusra hanno fatto irruzione nel convento di Sant'Antonio da Padova a Ghassanieh. La zona è quella di Jisr al-Shughur, vicino al confine turco, dove erano stati rapiti Amedeo Ricucci della Rai ed altri tre giornalisti italiani. Secondo padre Pierbattista Pizzaballa, Custode della terra santa, padre Mourad è stato freddato mentre tentava di difendere alcuni frati francescani, quattro suore e dieci cristiani presenti nel convento saccheggiato e distrutto.
Padre Pizzaballa ha seccamente smentito che i decapitati del video siano frati francescani.
L'opposizione sostiene che il governo crea ad hoc dei video come questo per gettare discredito sui ribelli. Il massacro di cristiani, però, è stato condannato dal comandante dell'Esercito libero, Riad al-Assad imputandolo a «gruppi con un'ideologia e un pensiero radicale che non hanno a che vedere con la fede musulmana e i valori del popolo siriano». In aprile sono stati rapiti i vescovi ortodossi Gregorios Yohannna Ibrahim e Boulos al-Yazigi.

Dal 9 febbraio non si hanno più notizie di due sacerdoti: Michel Kayyale e Maher Mahfouz.
Secondo Andrea Avveduto, della Ong della Custodia di Terra Santa, «il video è stato diffuso da al Qaida per terrorizzare i cristiani», anche se le vittime potrebbero essere musulmane.
www.faustobiloslavo.eu

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica