Se Gesù Cristo, che è Dio, dice «la mia dottrina non è mia», perché è di Colui che lo ha mandato, possono i sacerdoti diffondere convinzioni personali? È il senso di uno dei passaggi centrali dellomelìa di Benedetto XVI nella Messa del Crisma. Il Papa in San Pietro nel Giovedì Santo critica pesantemente il movimento dei preti disobbedienti austriaci, che chiedono di sconvolgere la dottrina della Chiesa con attacchi al Magistero quali lordinazione sacerdotale delle donne o lammissione al sacerdozio dei preti sposati. «Non annunciamo teorie ed opinioni private, ma la fede della Chiesa della quale siamo servitori» dice il Pontefice durante la Santa Messa in cui i sacerdoti rinnovano le promesse fatte nel giorno dellordinazione.
Il Papa parla con chiarezza di una «situazione spesso drammatica della Chiesa». Ma la via duscita non è la «disobbedienza» né «limmobilismo o lirrigidimento nella tradizione». Al contrario «una conformazione a Cristo» e «una rinuncia alla tanto sbandierata autorealizzazione». Un capovolgimento delle convinzioni diffuse del mondo contemporaneo, per il quale «autorealizzazione» e «disobbedienza» sono valori centrali. Anche lallusione allimmobilismo non sembra casuale: mentre cè chi chiede donne sacerdote, dalla Polonia arriva un testo dei tradizionalisti che chiedono di rivedere documenti del Concilio Vaticano II.
L«Appello alla Disobbedienza» è un manifesto, simile a un pronunciamento, sottoscritto nel giugno del 2011 e firmato da trecento parroci austriaci. Il movimento, nato a St. Pölten nel 2006, incoraggia atti di disobbedienza, tra i quali: non rifiutare la Comunione a divorziati risposati, permettere ai fedeli di celebrare messe e promuovere lammissione al sacerdozio delle donne e degli uomini sposati. Il «contagio» è arrivato dalla Germania, patria della confessione protestante, dove più di un centinaio di teologi avevano redatto un documento simile. Il leader di questi dissidenti austriaci, monsignor Helmut Schüller, è stato stretto collaboratore dellarcivescovo di Vienna, il cardinale Cristoph Schönborn, che nei giorni scorsi ha preso una decisione che ha scosso i fedeli: ammettere nel consiglio pastorale un uomo omosessuale che convive con il suo compagno. Benedetto XVI è intervenuto sui disobbedienti. «Un gruppo di sacerdoti in un Paese europeo ha pubblicato un appello alla disobbedienza, portando esempi concreti di come possa esprimersi questa disobbedienza, che dovrebbe ignorare addirittura decisioni definitive del Magistero, ad esempio nella questione circa lOrdinazione delle donne, in merito al quale il beato papa Giovanni Paolo II ha dichiarato in maniera irrevocabile che la Chiesa non ha avuto alcuna autorizzazione da parte del Signore» ha spiegato il Papa.
Le decisioni «definitive» del Magistero della Chiesa sono «irrevocabili» e infallibili» anche se non espresse nella forma solenne della definizione di un dogma. E Giovanni Paolo II è stato esplicito. «Benché la dottrina circa l'ordinazione sacerdotale da riservarsi soltanto agli uomini sia conservata dalla costante e universale tradizione della Chiesa e sia insegnata con fermezza dal Magistero nei documenti più recenti, tuttavia nel nostro tempo, in diversi luoghi la si ritiene discutibile» ha scritto nel 1994.
E per eliminare ulteriori perplessità: «Al fine di togliere ogni dubbio su di una questione di grande importanza, che attiene alla divina costituzione della Chiesa, in virtù del mio ministero di confermare i fratelli (Luca 22,32), dichiaro che la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l'ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa».
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