La rivolta d'Egitto fa 2 morti e 236 feriti

La rivolta d'Egitto fa 2 morti e 236 feriti

Sale la tensione in Egitto dove ieri sera è esplosa la violenza tra manifestanti pro e contro Morsi a Mansoura, città a nord del Cairo, lasciando sul terreno due morti e centinaia di feriti. Alla vigilia delle mega manifestazioni di domenica - convocate per chiedere le dimissioni del presidente ad un anno esatto dal suo insediamento - Morsi è chiamato a disinnescare la mina di un confronto sempre più duro con i suoi oppositori, guidati dal movimento Tamarod (Ribelli), che da oltre un mese raccoglie firme per chiedere la sua fuoriuscita. E mentre si allungano a dismisura le file per fare il pieno di benzina e cresce la frustrazione di una popolazione provata da oltre due anni di difficile transizione, sullo sfondo resta l'incognita dell'esercito, che da questa mattina si è già dispiegato in tutto il Paese per mettere in sicurezza le installazioni vitali. Sui tank, schierati anche davanti banche, consolati e chiese, la scritta «a protezione dei cittadini». Mentre elicotteri hanno sorvolato Alessandria, città negli ultimi mesi spesso teatro di violenti scontri. Due giorni fa d'altra parte il ministro della Difesa e capo delle Forze Armate Abdel Fattah el Sissi aveva messo in guardia che l'esercito non starà a guardare mentre il Paese precipita in un conflitto incontrollabile.
In serata il presidente Mohamed Morsi ha riconosciuto di aver commesso errori nel suo primo anno di mandato e ha ammesso che l'Egitto ha bisogno di riforme «profonde e rapide» per raggiungere gli obiettivi della rivoluzione che lo ha portato al potere. Morsi ha tuttavia puntato il dito contro non megli specificati «nemici dell'Egitto» che hanno sabotato il sistema democratico. «La polarizzazione politica e il conflitto hanno raggiunto un livello tale da minacciare la nostra neonata democrazia e da rischiare di far precipitare il Paese i nel caos», ha detto. Nulla, insomma, che possa suonare come una concessione alle opposizioni. E anche la scelta di tenere il discorso di ieri sera al centro conferenze di Nasr City davanti ai parlamentari della Shura, a stragrande maggioranza islamici, e ai suoi supporter è significativa.

I suoi oppositori intanto sono radunati davanti ai maxi schermi allestiti a piazza Tahrir, piena di simbolici cartellini rossi, mentre col calare della sera sono aumentati i supporter dell'esercito davanti al ministero della Difesa.

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