La Corea del Nord torna a sfidare la comunità internazionale. A due mesi dal razzo/satellite del 12 dicembre, il regime ha completato il terzo test nucleare di «livello superiore», con detonazione sotterranea da 7 chilotoni (era di 20 la bomba sganciata su Hiroshima) e sisma artificiale, minacciando anche «passi più forti» se gli Usa alimenteranno altre ostilità con il Consiglio di Sicurezza Onu convocato d'urgenza. Pyongyang ha incassato la condanna unanime: dal presidente americano Barack Obama («atto altamente provocatorio») al segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon («chiara e grave violazione delle risoluzioni»), fino ai vicini allarmati, Corea del Sud e Giappone, e a Russia, Francia, Gran Bretagna, Italia, Ue e Nato.
Perfino la Cina, in una mossa tanto pesante contro l'alleato, ha spinto il ministro degli Esteri a convocare l'ambasciatore nordcoreano a Pechino per esprimere «forte insoddisfazione e contrarietà risoluta». Il regime del «giovane generale» Kim Jong-un ha mostrato i muscoli in linea con la politica del «Songun» (i militari prima di tutto) cara al padre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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