Il regime di Bashar al Assad ha superato la linea rossa imposta dal presidente Barack Obama e gli Stati Uniti si preparano a intervenire in maniera più consistente e diretta anche dal punto di vista militare nel conflitto siriano. Dopo aver rilevato l’utilizzo di armi chimiche (in particolare il gas sarin) contro i ribelli dell’opposizione, la Casa Bianca ha ufficialmente informato il Congresso che gli Stati Uniti forniranno "sostegno militare" ai ribelli siriani nella guerra contro le truppe governative. Un sostegno che ha fatto infuriare il governo russo che non ha perso tempo ad attaccare gli americani accusandoli di "costruire una bugia".
Parlando in conferenza stampa subito dopo l’annuncio, il vice consulente di Obama per la sicurezza nazionale, Ben Rodhes, ha spiegato che tra le armi chimiche impiegate ci sarebbe - come già emerso in precedenza - il gas sarin, una forma di gas nervino. Utilizzate "diverse volte in piccola scala", le armi chimiche avrebbero ucciso circa 150 persone. "Sono solo una piccola parte rispetto al catastrofico numero di vittime - ha commentato Rodhes - ma è una violazione delle leggi internazionali e della linea rossa che avevamo imposto". Proprio ieri l’Alto Commissariato dell’Onu per i diritti umani ha fatto sapere che il numero dei morti dall’inizio del conflitto, nel 2011, è salito a 93mila, di cui 6.500 sono bambini. Rispondendo alle domande dei giornalisti che chiedevano maggior chiarezza sul tipo di ruolo che gli Stati Uniti intendono assumere, Rodhes ha detto che verrà fornito "sostegno diretto sia dal punto di vista militare che politico", che "verranno incrementati gli aiuti già dati" e che allo stesso tempo ne verranno forniti di "nuovi". Tuttavia il consulente di Obama non ha saputo elencare nello specifico le tipologie di sostegno, aggiungendo che l’intervento potrebbe non essere imminente.
"L’urgenza c’è da due anni, da quando è iniziato il conflitto - ha detto Rodhes - ma ora è un momento particolarmente delicato perchè Hezbollah e l’Iran stanno assumendo un ruolo sempre più grande" al fianco di Assad. "Dobbiamo anche individuare quale gruppo dell’opposizione sostenere sul territorio", ha aggiunto. Intanto i media americani annunciano che l’esercito sta valutando l’ipotesi di imporre la no fly zone sul territorio siriano. In vista del G8, Rodhes ha affrontato anche lo scottante tema dei rapporti con la Russia, sostenendo che la destituzione di Assad dal potere è una condizione necessaria per raggiungere una soluzione del conflitto ed è fondamentale che anche Mosca lo ammetta. Dal governo russo, invece, è subitop arrivato un durissimo attacco agli Stati Uniti.
"Le informazioni sull’uso di armi chimiche da parte di Assad sono state costruite dagli Usa come le bugie sulle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein", ha commentato il presidente della Commissione Esteri della Duma vicino al Cremlino, Alexiei Pushkov. "Obama - ha poi concluso - sta prendendo la stessa strada di Bush".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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