Lo Squalo azzanna il figlio e torna al timone: «Basta un solo Murdoch»

Lo Squalo azzanna il figlio e torna al timone: «Basta un solo Murdoch»

Basterà la presenza di Rupert Murdoch a frenare lo tsunami che sta travolgendo la costa britannica del suo impero mediatico? L’ottantenne magnate australiano, «l’uomo che inventò le news» come recita il titolo della sua biografia, è a Londra per gestire la nuova fase di News International, il comparto inglese di News Corp, di cui fino a ieri era presidente il figlio James, 39 anni. Dopo l’ennesima rivelazione fatta alla Commissione Levenson dal numero due di Scotland Yard, Sue Akers, secondo cui esisteva «una rete di funzionari di polizia corrotti» autori di soffiate sui casi di gossip più delicati in cambio di maxitangenti, James Murdoch ha dato le dimissioni. Le testimonianze parlano di pagamenti di centinaia di migliaia di sterline autorizzati «ai più alti livelli direzionali» di News of the World, il tabloid domenicale che nel luglio scorso ha chiuso sotto i colpi dello scandalo. «Siamo tutti grati a James per la sua leadership a News International in Europa e in Asia», ha dichiarato ieri Rupert contestualmente all’uscita di scena di James. E ha annunciato che il figlio «assumerà una serie di incarichi essenziali nel settore delle pay tv» del gruppo avendo come base New York. Per il più giovane dei Murdoch, le dimissioni da News International sono le seconde, dopo che pochi mesi fa era stato costretto a lasciare anche la presidenza di BSkyB, la pay tv britannica che avrebbe dovuto diventare il nuovo gioiello dell’impero. Tutto compromesso - e probabilmente in modo definitivo - in seguito agli scandali delle spiate sui divi del cinema e del calcio britannico. Insomma, torna a casa James. Qui a Londra «di Murdoch ne basta uno», ha lasciato intendere una fonte di News Corp al reporter della Bbc Robert Peston.
Nel luglio scorso, Rupert e James erano seduti fianco a fianco davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta sul tabloid-gate che in quei giorni minacciava persino il premier David Cameron. Due ore di audizione che il magnate definì «il giorno più umiliante della mia carriera». Ora padre e figlio si allontanano e si scambiano le sedi. Il timone passa in mano al vecchio tycoon provato da mille battaglie. Quando il gioco si fa duro «lo Squalo» comincia a nuotare. Ma gli analisti e i mercati si chiedono se il suo attivismo sarà sufficiente a ridare la rotta giusta alla nave alla deriva.
Arrivato nel quartier generale londinese da una decina di giorni, Murdoch senior ha visitato la sede del Sun, il tabloid più venduto del Paese, in compagnia del primogenito maschio Lachlan, da qualche tempo tornato a occuparsi degli affari di famiglia. Poi ha accelerato i tempi di uscita dell’edizione domenicale, il Sun on Sunday che, con i tre milioni e 250mila di copie vendute del primo numero, ha battuto la media del News of the World (2 milioni 600mila copie). Ieri, poi, dopo aver detto «goodbye» al figlio, insieme con l’amministratore delegato Tom Mockridge, l’ex numero uno di Sky Italia promosso nel luglio scorso ad di News International, è volato a Edimburgo per parlare di affari con il primo ministro e leader dei secessionisti scozzesi Alex Salmond. Fin dai tempi di Reagan, Murdoch ha sempre dimostrato grande abilità nel tessere alleanze con i leader della politica. Ma ci vorrà tempo per comprendere le mosse della sua strategia. Un fatto è certo, però: la provincia inglese dell’impero vacilla pericolosamente. E i dubbi attraversano anche i livelli più alti della compagnia. Ieri il direttore generale di News Corp, Chase Carey, ha rivelato di aver avuto dei colloqui con alcuni dirigenti a proposito della possibile vendita o separazione del comparto editoriale della corporation.

«Abbiamo consapevolezza che senza i giornali, il valore delle azioni del gruppo sarebbe più elevato», ha dichiarato. Un’idea che sembra in contrasto con il lancio del Sun on Sunday. Ma anche un segnale d’incertezza su quale starda intraprendere.

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