Alza un po' il gomito e vedendola brilla la sequestrano. Poi abusano di lei in tre, tutta la notte. Il risultato è che la giovane vittima viene condannata perchè ha bevuto senza licenza, un reato negli Emirati Arabi Uniti. In nome dell'interpretazione più arcaica della sharia, gli stupratori rischiano di farla franca, ma la manager violentata è già stata punita, anche se solo con una multa.
Non è un caso che Human Rights Watch, una delle organizzazioni non governative più attive nel campo dei diritti umani, punti il dito contro gli Emirati per gli episodi di violenza sessuale. «Ci sono stati molti casi, negli ultimi anni, in cui lo Stato ha condannato le donne che denunciavano uno stupro» spiega Samer Muscati, ricercatore dell'associazione.
L'incredibile vicenda della manager inglese di 28 anni violentata a Dubai è stata pubblicata ieri dal quotidiano britannico The Independent. Il suo nome non è stato rivelato.
Tutto inizia al Rock Bottom Cafè, un bar di Dubai dove vengono serviti alcolici a buon prezzo. Un taxista pachistano ha raccontato di aver caricato la donna ubriaca, che si addormenta durante il tragitto. Nei pressi del suo appartamento, nel Jumeirah Beach residence, non riesce a usare un bancomat per pagare il taxista essendo brilla.
A quel punto arriva una macchina rossa con due tizi a bordo che sostengono di conoscere la donna e saldano la corsa. La caricano in auto e comincia l'incubo. Sequestrata in un appartamento viene violentata a turno da tre stupratori, che filmano la scena. «Li ho scongiurati di lasciarmi andare, ma loro ignoravano le mie preghiere e ridevano», racconta la donna.
Alle 8.30 del mattino gli stupratori la lasciano andare. Una vicina di casa l'accompagna alla polizia. E di fronte all'inflessibile autorità islamica inizia il bello. La poveretta racconta tutto, ammettendo di aver bevuto tre bicchieri di vino. Forse erano di più, ma a Dubai bere senza licenza è un reato, anche se nessun hotel o bar che serve alcolici te la chiede.
Due dei tre stupratori, giovani iraniani, sono stati arrestati, ma negano e potrebbero farla franca. Secondo il loro avvocato la donna si è inventata tutto perché «guarda troppi film d'azione». Ancora prima di processare i sospetti, l'inflessibile giustizia islamica degli Emirati ha punito la donna ritenendola colpevole di aver bevuto alcol senza licenza. Per fortuna non l'hanno sbattuta in galera, ma costretta a pagare una multa di 1000 dinari locali, poco più di 200 euro.
Ad altri connazionali è andata peggio.
Ayman Najafi e Charlotte Lewis si sono presi un mese a testa di carcere per un bacetto in ristorante, che hanno sempre giurato fosse amichevole. Rebecca Blake e Conor McRedmond sono stati condannati a tre mesi di prigione per aver bevuto e qualche effusione in un taxi. Loro hanno sempre negato e alla fine la prova del Dna li ha scagionati.www.faustobiloslavo.eu
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