Uno sciopero generale e una grande manifestazione di protesta in Tunisia per chiedere le dimissioni del governo degli islamici di Ennahda. Centinaia di tunisini hanno manifestato ieri, il giorno dopo l'assassinio di un altro esponente dell'opposizione, Mohamed Brahmi, ucciso con 14 colpi davanti a casa sua, a sei mesi di distanza dall'omicidio di Chokri Belaid. Lungo le strade del centro della capitale, gli oppositori scandivano slogan come «Il popolo vuole che il governo vada via» e «Ennahda deve cadere, oggi» e anche «Ghannouchi assassino». Per tutto il suo percorso, il corteo era blindato da un imponente schieramento delle forze dell'ordine. Proprio la presenza massiccia degli agenti ha evitato scontri quando, nel pomeriggio, sono scesi in piazza anche gli islamici, sostenitori di Ennahda, per una contro-manifestazione. Tensione anche a Sidi Bouzid, la regione d'origine di Brahmi: migliaia di persone hanno manifestato e bloccato di fatto la città. Secondo alcuni media locali il governatore starebbe per essere esautorato.
Ieri il ministro dell'Interno accusa Boubaker Hakim, un estremista salafita, di essere responsabile dell'omicidio di Brahmi: l'arma utilizzata sarebbe la stessa dell'assassinio di Belaid (per il quale era già sospettato).
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