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Kiev: "Pronti a firmare accordo Ue". Crimea: ok all'annessione a Mosca

La Crimea vuole unirsi a Mosca. Il 16 marzo il referendum, definito illegale da Kiev. Gli Usa bloccano i visti per funzionari russi e ucraini

Angel Merkel con il premier ad interim ucraino Arseni Iatseniuk
Angel Merkel con il premier ad interim ucraino Arseni Iatseniuk

Mentre Kiev si prepara a firmare l'accordo di associazione che porterebbe il Paese nell'orbita dell'Unione Europea, la penisola della Crimea è sempre più vicina a Mosca.

Il parlamento regionale ha votato oggi all'unanimità l'annessione alla Russia, una decisione che dovrà essere confermata da un referendum che si terrà il prossimo sedici marzo e di cui le autorità di Mosca sono state informate. Il vice-premier della Crimea ha annunciato che i prossimi piani saranno la nazionalizzazione dei beni statali e il ritorno al rublo.

Il problema Crimea

Il governo ucraino ha replicato questa mattina alla decisione presa dalle autorità in Crimea. Il presidente ad interim Arseni Iatseniuk ha dichiarato "illegittimo" il referendum. Le stesse parole hanno utilizzato il presidente Ue Herman Van Rompuy e il presidente statunitense, Barack Obama.

La magistratura ha chiesto l'arresto di Serghii Aksionov e Vladimir Kostantinov, rispettivamente premier e presidente della Rada della penisola, rappresentanti di un potere non riconosciuto a Kiev.

La polizia ha arrestato questa mattina Pavel Gubarev, autoproclamato governatore della città di Donetsk e una settantina di manifestanti filo-russi, che fino a ieri controllavano la sede del governo regionale, su cui ora sventola nuovamente il vessillo ucraino.

Quaranta osservatori dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) sono stati bloccati da gruppi di uomini armati non lontano da Kerson,mentre tentavano di entrare in Crimea. A Simferopoli, capitale della regione, miliziani e cosacchi russi presidiano la tv Krim, assaltata nel pomeriggio.

Intanto, come ha potuto documentare per ilGiornale Fausto Biloslavo, i russi hanno affondato una vecchia nave militare all'imbocco del lago Donuzlav, per impedire alle navi ucraine di passare nel Mar Nero.

Kerry e Lavrov si incontrano a Roma

A margine della Conferenza internazionale sulla Libia, che si è tenuta oggi a Roma, il ministro degli Esteri russo, Sergiei Lavrov, ha incontro separatamente il ministro Federica Mogherini e il segretario di Stato statunitense, John Kerry. Dall'incontro tra i due non è scaturito nessun tipo di accordo sull'Ucraina.

In serata una cena a Villa Taverna, residenza dell'ambasciatore statunitense, tra Kerry, Renzi e Mogherini.

Sanzioni da Stati Uniti e Unione Europea

Da Washington è arrivata oggi la decisione di bloccare l'emissione di visti per un gruppo di autorità russe e ucraine, che Mosca ha definito "non costruttiva". John Kerry ha specificato che le restrizioni saranno "molto rigide" e che saranno revocati i visti già in possesso di chi "minaccia la sovranità dell'Ucraina".

Sanzioni decise ieri dall'Unione Europea prendono invece di mira 18 funzionari di Kiev, tra i quali l'ex presidente Viktor Ianukovich e il figlio, congelandone i beni. Oggi a Bruxelles un summit straordinario sulla crisi.

Se al momento non sono in campo sanzioni contro la Russia, il presidente francese, François Hollande, ha però chiesto di "esercitare la maggiore pressione possibile". Il cancelliere tedesco, Angela Merkel, ha detto: "Siamo pronti ad agire e a riunirci in qualsiasi momento". In serata Barack Obama, in conferenza stampa, ha ribadito la vicinanza tra Ue e Usa sulla crisi.

Si dimette giornalista di RT

A fare notizia oggi anche la posizione presa da due giornaliste impiegate dalla RT, rete satellitare russa molto vicina alle posizioni del Cremlino. Abby Martin, che da Washington conduce il programma Breaking the Set, ha espresso la sua visione personale - decisamente distante da quella ufficiale dell'emittente - al termine della trasmissione.

html" target="_blank" data-ga4-click-event-target="internal" rel="noopener">La collega Liz Wahl ha dato le dimissioni in diretta spiegando di non potere "lavorare per un canale finanziato dal governo russo".

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