Tre cose di Samuel Eto’o. All’11’ prende la palla nella sua metà campo, si trascina dietro mezza Fiorentina, arriva al tiro e calcia alto. Applausi. A un minuto dallo scadere si mette a giocare con Maicon, se la passano all’infinito in spazi che occhio umano non percepisce, quando decidono di chiudere la storia arriva Montolivo in piena area che spazza. Era da delirio puro. Al 12’ della ripresa la scaraventa dentro con palla che rimbalza ovunque nelle teste del Franchi ammutolito. Eto’o quando non ha al fianco Diego Milito si libera, torna anima leggera. E fa gol. Nota curiosa e dilemma che tutti gli allenatori del mondo vorrebbero avere.
Un gol dell’Inter e la partita sarebbe finita lì, lo sapeva Josè, lo sapeva Prandelli tradito dai suoi due uomini in fascia tenuti al fresco sabato sera per scardinare la difesa nerazzurra. Niente da fare, Josè ha piazzato Maicon con dietro Cordoba a destra mentre a sinistra Chivu ha centrato una prestazione brillante in entrambe le fasi.
Gara mai in discussione, biscotto al contrario, l’Inter doveva vincere sabato e lasciarla ai viola ieri sera. Iniezione di fiducia da paura all’inizio di un ciclo mica male due giorni dopo aver perso la testa della classifica. Josè si è sbizzarrito in una partita vera a provare varie cose e moduli, Maicon su, difesa a cinque, Cordoba a destra. Il presidente si sarà divertito, a sentire i suoi amiconi è sempre sul punto di mollare, bloccare i contratti, lasciare questo mondo malato. Ieri un trionfo su tutta la linea da Napoli a Firenze, con rientro a Milano.
Lui c’ha i soldi, lo può fare. Così, tanto per godersela ancora un po’ prima di lasciare.
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