Un euro per elettore a chi supera l’1%

Nonostante il referendum abrogativo che - all’indomani di Tangentopoli - decretò con un plebiscito la cancellazione del finanziamento pubblico ai partiti, la Casta ha comunque trovato il modo di far rientrare dalla finestra i quattrini pubblici. La soluzione è quella del «rimborso elettorale». Peccato che questi soldi non dipendano dalle spese effettivamente sostenute in campagna dai vari movimenti. La legge prevede infatti per le elezioni politiche un «tesoretto» di un euro per ogni avente diritto al voto. La somma complessiva viene poi divisa in base alla percentuale di voti ottenuti dai partiti che hanno superato lo sbarramento dell’1% (prima della leggina del 2002 lo sbarramento era al 4%) e versata in rate annuali.
Un’ultima modifica risalente al 2006 decreta che le rate annuali vengano comunque versate anche in caso di legislatura conclusasi anzitempo. Questo significa che lo Stato sta ancora pagando i partiti che hanno superato l’1% nelle Politiche del 2006.

Alcuni movimenti, in virtù di questa stortura, percepiscono attualmente rimborsi sia per la legislatura corrente (XVI) sia per quella passata (XV). A questi soldi vanno aggiunti i rimborsi per le consultazioni Europee e Regionali.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica