Rodolfo Parietti
da Milano
Cè chi non glielha mai perdonata: può forse un segretario generale della Cgil Trasporti smettere la tuta da sindacalista per indossare il doppiopetto del manager? Si direbbe di no: «È come se Cofferati fosse diventato amministratore delegato della Pirelli Cavi», sbottò qualcuno col dente avvelenato. Mauro Moretti, tuttavia, il grande salto lha fatto. Probabilmente senza rimpianto alcuno. Perché ha le ferrovie nel proprio dna, e a binari, carrozze e motrici ha dedicato la propria vita a cominciare dal 1977, quando ancora fresco di laurea cum laude in ingegneria elettronica trionfò al concorso pubblico per i ruoli direttivi di quella che ai tempi si chiamava Azienda autonoma ferrovie dello Stato prima di intraprendere, tra l86 e il 91, lavventura sindacale.
In quasi trentanni di carriera, il cinquantatreenne riminese Moretti si è fermato giusto il dovuto a ogni stazione manageriale importante delle Fs, fino ad arrivare a destinazione nel settembre scorso con la nomina ad amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana. Più che luomo che guardava passare i treni di Simenon, lui è stato luomo che ha visto passare un ad dopo laltro. Da Mario Schimberni a Lorenzo Necci, da Giancarlo Cimoli a Elio Catania. Finché non è arrivato il suo turno. Lambizione coniugata con la pazienza. Se i treni tricolori non arriveranno al capolinea per manifesto collasso finanziario, cè da giurare che manterrà il ruolo del Grande Macchinista ancora per molto.
Linossidabile fede diessina che da sempre lo accompagna è già una buona assicurazione di lunga permanenza (a patto che il governo non deragli), ma lingegnere può anche calare sul tavolo lasso della professionalità e dellesperienza. Non è poco per un ambiente abituato in passato a dover riciclare i manager scaricati dalle aziende delle ex Partecipazioni statali. Quegli stessi dirigenti che qualche anno fa pensarono di far saltare in aria un ponte sul Po in modo da prevenire le devastazioni di una piena in arrivo. Moretti risolse il problema in altro modo, in appena 24 ore: proprio per evitare i pericoli di unondata di piena, i ponti delle Fs possono infatti essere alzati di un paio di metri. Lui lo sapeva, gli altri no.
Se la competenza lo aiuta, il resto lo fa il carattere: impossibile, secondo chi lo conosce bene. Vero o no, resta il fatto che non appena ha ricevuto i galloni di amministratore delegato, Moretti ha cominciato a tagliare i costi, non senza aver prima accettato un ingaggio di 600mila euro lanno, un quinto rispetto allo stipendio del suo predecessore, Elio Catania. Poi ha sospeso tutte le iniziative promozionali, comprese quelle natalizie e ha deciso di accentrare tutte le azioni di comunicazione, che saranno valutate «con rigore francescano».
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