Fabbriche e lavoro, lo scontro si sposta sulla scena

Fabbriche e lavoro, lo scontro si sposta sulla scena

La Pirelli riveste un ruolo importante nella storia del Piccolo Teatro fin dalla sua origine: da quell'atto di fondazione del palcoscenico di via Rovello sottoscritto nel 1947 da tutte le istituzioni pubbliche milanesi, ma anche da alcune aziende, tra le quali appunto l'impresa con sede alla Bicocca. Non sorprende quindi che il nuovo spettacolo prodotto dal Piccolo, in cartellone allo Studio Expo dal 7 al 19 febbraio, sia realizzato in collaborazione con la Fondazione Pirelli, e prenda spunto dai racconti di lavoro e di vita degli operai di un grande e da poco rinnovato impianto di lavorazione degli pneumatici. «Settimo, la fabbrica e il lavoro» nasce dalle interviste raccolte dai ricercatori dell'Università Statale di Milano tra i dipendenti del polo industriale di Settimo Torinese. Il materiale è stato poi rielaborato dalla regista Serena Sinigaglia, che ne ha tratto una drammaturgia avulsa dal contesto specifico, nella quale non si parla né di pneumatici né di storia aziendale, ma si ricostruisce il percorso di formazione di un giovane operaio al suo primo giorno di fabbrica.
Lo spettacolo è stato presentato ieri in un'affollata conferenza stampa a cui hanno partecipato tra gli altri di Marco Tronchetti Provera, Sergio Cofferati e Aldo Bonomi. Il dialogo tra il presidente di una delle più grandi imprese italiane, l'ex segretario della CGIL (oltre che ex dipendente Pirelli) e uno dei sociologi più attenti alla deriva postindustriale del nostro paese, si è velocemente trasformato in un dibattito sulla difficile condizione del lavoro all'indomani delle contestate dichiarazioni del presidente del consiglio Mario Monti sulla «noia del posto fisso».
Tra le frecciate di Bonomi a «quelle imprese che ogni anno, da sedici anni, promettono il nuovo modello della Panda», la difesa del modello concertativo condotta da Cofferati e alcuni coraggiosi distinguo sulle delocalizzazioni pronunciati da Tronchetti Provera, la conferenza è stata anche un'importante occasione per il Piccolo di ribadire la propria linea di politica culturale, all'insegna della collaborazione con le maggiori realtà imprenditoriali di Milano e dell'indagine sulle cause della crisi economica tuttora in corso.

Una linea di impegno civile che, oltre a porsi in stretta continuità con quella tracciata da Paolo Grassi, sperimenta una sorta di ibridazione con il mondo dell'impresa da cui scaturiscono spettacoli che mescolano la ricerca sociologica con quella artistica: ma grazie alla quale soprattutto si stabiliscono significative partnership produttive che, in tempi di forti tagli ai finanziamenti pubblici alla cultura, non possono che fare comodo.

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