Faida italiana a Zurigo, buttafuori ucciso

da Milano

Forse una lite, più probabilmente un regolamento di conti. Fatto sta che il delitto che sabato sera ha scosso la ricca Zurigo è «roba» tutta italiana. Italiana la vittima, italiano l’assassino.
Ma sono pochissime le notizie che trapelano dalla polizia elvetica, abituata a trattare i fatti di cronaca nera e i giornalisti con la stessa reticenza che i colletti bianchi delle compiacenti casseforti oppongono in nome del segreto bancario.
Per ora si sa solo che la vittima aveva quarant’anni, (le sue generalità non sono state rese note) e che lavorava come addetto alla sicurezza in un bar del quartiere al luci rosse della Langstrasse.
Anche la dinamica dell’omicidio è un mezzo mistero, manco che la divulgazione delle modalità di un agguato possa creare problemi a un’indagine di fatto già chiusa. Visto che c’è un morto ma anche un omicida già in manette.
Stando alle scarne informazioni fornite dagli investigatori locali (che se potessero smentirebbero pure l’esistenza dell’omicidio) la vittima è stata colpita verso le 20.45 in mezzo alla strada, davanti a un cinema a luci rosse. Centrata da diversi colpi di pistola è morta quasi all’istante, nonostante il tempestivo arrivo di un’ambulanza con un medico.
Sarebbe durata poco, invece, la fuga del killer, anch’egli sui quarant’anni d’età, e come detto pure lui italiano.

Una pattuglia della polizia municipale lo ha bloccato con addosso ancora l’arma ancora fumante, a poca distanza dal luogo del delitto.
E tanto per non smentirsi la brillante polizia svizzera, non ha voluto rivelare nemmeno la sua identità. Più garantisti di così...

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