False griffe, espugnato il fortino cinese

False griffe, espugnato il fortino cinese

Erano stipati in otto capannoni industriali nella zona di San Basilio, quartiere periferico della Capitale: una vera e propria cittadella fortificata gestita da cittadini cinesi che custodiva migliaia di tonnellate di merce contraffatta, tra giocattoli non a norma, capi di abbigliamento di grandi griffe e occhiali. A scoprire la merce e a compiere uno dei sequestri di merce contraffatta più grandi mai effettuati in Italia sono stati gli uomini dell’ufficio immigrazione della questura, in collaborazione con la squadra mobile romana. Nell’operazione sono stati denunciati per contrabbando due cinesi e altri 35 loro connazionali sono stati identificati.
Il sindaco di Roma Gianni Alemanno si è complimentato con la polizia per il maxisequestro sottolineando che «le indagini e gli accertamenti della questura sono indispensabili perché per colpire in modo incisivo il commercio illegale è necessario agire sui punti di raccolta, stoccaggio e smistamento della rete del contrabbando, che proprio attraverso questi nodi sopravvive e si alimenta».
L’indagine è iniziata alcune settimane fa quando molti cittadini cinesi, che dovevano effettuare il rinnovo del permesso di soggiorno, hanno dichiarato di lavorare per due società sempre gestite da connazionali. Insospettiti, gli inquirenti hanno effettuato alcune verifiche sulle due aziende e sono riusciti a individuare in via Casale dei Cavalieri gli otto capannoni, tutti recintati con il filo spinato e con delle vedette pronte a dare l’allarme in caso di necessità. «Abbiamo dovuto effettuare un vero e proprio blitz a cui hanno partecipato settanta agenti - ha spiegato il dirigente dell’ufficio immigrazione Maurizio Improta -. All’interno dei capannoni un numero spaventosi di scatoloni, suddivisi per generi, di merce contraffatta di marche importanti a cui mancano solo le etichette». L’importante operazione che è stata resa nota ieri, in realtà è stata portata termine nove giorni fa: la circostanza si può desumere dalle immagini del blitz che la stessa questura ha reso pubbliche, sulle quale c’è stampigliata la data del 5 febbraio 2010. A meno che la videocamera o la fotocamera con la quale sono state riprese le immagini non avesse la data aggiornata.
Pellicce ecologiche, magliette e calzature delle più famose griffe italiane e internazionali: negli oltre diecimila metri posti sotto sequestro, le forze dell’ordine hanno individuato materiale prodotto in Cina che, una volta giunto sul mercato parallelo dei marchi contraffatti, avrebbe raggiunto un valore superiore ai 5 milioni di euro. Gli inquirenti, inoltre, affermano che i giocattoli trovati sono tutti fabbricati senza alcun rispetto delle norme dell’Unione europea e quindi potenzialmente pericolosi per i bambini. In alcuni grossi contenitori i poliziotti hanno trovato decine di migliaia di etichette delle più famose griffe italiane e straniere, pronte per essere cucite o incollate ai prodotti falsificati e imitati ad arte. Le forze dell’ordine dovranno ora ricostruire l’iter con cui questa merce è giunta in Italia, ma sono dell’idea che i capannoni sequestrati a San Basilio fossero utilizzati esclusivamente come luogo di stoccaggio per poi trasferire il materiale in altre città italiane e forse europee.

Un’altra operazione antifalsificazione, di livello quantitativo molto meno elevato, è stata portata a termine dalle forze dell’ordine a Tuscania, una cittadina in provincia di Viterbo, dove un cittadino cinese di 30 anni, con regolare permesso di soggiorno, è stato denunciato per frode in commercio, in quanto vendeva articoli da regalo contraffatti e privi del marchio «CE».

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