Una favola racconta il Grifone

Una favola racconta il Grifone

Alessandro Massobrio

La sempre più diffusa scomparsa della memoria storica tra le nuove generazioni - anche in ambiti, come quello sportivo, che ad esse dovrebbero essere più cari - fa sì che operazioni come quelle di Isola e Maio abbiano il proprio fascino e la propria ragione d'essere. Vale a dire rievocare, a metà strada tra la favola e il pamphlet satirico, una stagione gloriosa per i colori del Genoa come lo fu quella 1990 - 1991.
I soli quindici anni trascorsi ma ormai lontanissimi anche nel ricordo di chi, magari ancora bambino, vi assistette, fanno di quel periodo un episodio leggendario che giustamente richiede i toni dell'epica tolkieniana per essere raccontato e forse tramandato ai posteri come uno di quei momenti in cui un intero popolo - e quello dei genoani è senza dubbio tale - trovò adeguato appagamento alla propria inalterabile fede.
Si comincia, dunque, con Osvaldo Bagnoli, sotto i panni del misterioso Mago di Os'. Dall'incantatore - una via di mezzo tra Gandalf e Merlino, acquartierato momentaneamente nella contrada di Veronae, giunge in tutta segretezza un messaggero assolutamente speciale. Si tratta d'un balenottero giallo, che abbocca all'amo del mago, mentre questi, in riva al fiume Adigel, si dedica suo sport preferito. Per l'appunto, la pesca.
Ma il balenottero non è un balenottero qualunque. In primo luogo, si chiama Moby Aldick (Aldo Spinelli) ed è Signore dei Moli. Il suo obiettivo è quello di contrastare l'egemonia dei due Famosi Dioscuri: Tiri Mancini e Go'Lialli, i quali, con l'aiuto di SaruMantovan, minacciano di «usurpare il nome stesso di Genua».
Occorre perciò correre ai ripari, organizzando un incantesimo di tale potenza da rispedire nella natia Zampedéina i due felloni. Il Mago di Os' non si tira indietro innanzi a una così intrigante disfida. Uno ad uno, vengono evocati davanti ai nostri occhi i protagonisti di quella stagione gloriosa con Anquillero, pirata del Rio della Plata, rapido ed implacabile, sempre pronto come un basilisco a fulminare il portiere avversario.
Ma la compagnia non sarebbe stata completa senza l'arrivo del gigante boemo Marcan Tomas (Skuràhhvijy), il cui boccale doveva essere ogni volta riempito con non meno di quaranta secchi di cervogia ghiacciata. In questa formazione da battaglia, la compagnia avanza implacabile sulla sua strada sino ad assicurarsi, alla fine del campionato, non soltanto la partecipazione in Coppa Uffa (Uefa), dove compirà altrettante meraviglie, ma da battere anche gli odiatissimi Dioscuri. Ce n'è abbastanza per far sognare le giovani generazioni davanti al fuoco del caminetto, nelle sere d'inverno. Anche perché le illustrazioni di Luigi Maio possiedono quei colori e quella morbidezza di linee, che si addicono mirabilmente ad una fiaba satirica. Peccato che il cantastorie si sia dimenticato di informarci che, proprio quell'anno - il '90/'91 - Tiri Mancini e Go'Lialli vinsero il loro primo campionato.

Ma si sa, le leggende non possono sempre possedere l'obiettività della storia.
Alberto Isola - Luigi Maio, La vera storia de il mago di Os' alla ricerca della coppa stregata, De Ferrari, Genova 2005, pag. 47, euro 9,50.

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