Lo aveva detto l'altro giorno Umberto Bossi, parlando agli imprenditori dell'export dell'Alto milanese a Busto Arsizio: Rassicurandoli: «Il federalismo fiscale abbatterà i costi dello Stato». E poi aggiungendo: «È difficile. Stiamo spingendo, resistendo. Ma piano piano lo porteremo in Aula». Eccolo. Dopo il Senato c'è la Camera da affrontare, ed è il «metodo Calderoli» del dialogo, quello che a Palazzo Madama ha portato, tra l'altro, all'astensione del Pd sul provvedimento, ad andare in scena adesso anche a Montecitorio.
Il governo e i relatori, vagliati gli emendamenti alla legge delega presentati dalle opposizioni la settimana scorsa, si apprestano ad accogliere almeno un paio di significative proposte di modifica chieste dal centrosinistra, una riguardante la quota di Irpef alle Regioni come fonte di finanziamento delle funzioni fondamentali. Il Pd, dopo una riunione del gruppo della Camera con il segretario Dario Franceschini, sulla riforma resta comunque cauto e vuole verificare nei fatti la disponibilità manifestata dalla maggioranza a partire, tra l'altro, dalla mozione per un allentamento del patto di stabilità interno che consenta ai Comuni di riprendere fiato anche dopo la cancellazione dell'Ici e che il partito chiede sia discussa contestualmente al federalismo in Aula.
«Il federalismo - attacca il responsabile economico del Pd, Pier Luigi Bersani - non lo si può predicare mentre si massacrano gli enti locali. Su quel punto si misura la coerenza del governo». Governo (e Lega in particolare) che, però, si appresta ad aprire intanto su una delle richieste considerate dirimenti dal Pd ai fini del provvedimento, l'abolizione dell'aliquota riservata Irpef come fonte di finanziamento per le funzioni essenziali delle regioni che andrebbero invece, con l'accoglimento di un emendamento del Pd riformulato, finanziate «in via prioritaria» con la compartecipazione al gettito Iva.
Un'altra mezza apertura all'opposizione si registra invece con un emendamento depositato in serata dai relatori sul trasporto pubblico locale. Il Pd chiedeva che questa funzione rientrasse in quelle fondamentali, mentre la maggioranza introduce la previsione di un «livello minimo di servizio» fissato a livello nazionale.
Niente da fare, per ora, sulle richieste dell'opposizione di rafforzare i poteri della commissione bicamerale di controllo dei decreti attuativi della delega e di una definizione più netta della verticalità del fondo
perequativo. Nessuna novità nemmeno sulle regioni a statuto speciale. La discussione riprenderà domani in commissione con il testo che, da calendario, dovrebbe andare in Aula per la discussione generale lunedì prossimo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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