Federico Albert

Nacque a Torino nel 1820, primo dei sei figli di Luigi Albert, generale di Stato Maggiore. Federico si iscrisse all’accademia militare, ma un giorno, mentre pregava davanti all’immagine del b. Sebastiano Valfré (patrono dei cappellani militari), sentì di dover cambiare strada e, scontentando il padre, entrò in seminario per uscirne prete nel 1843. Dato il suo rango sociale, nel 1847 il re Carlo Alberto lo nominò cappellano di corte. Ma il successore, Vittorio Emanuele II, nel 1852 si sentì addosso una sua predica contro l’adulterio a Moncalieri. La corte non glielo perdonò e l’Albert se ne andò da s. Giovanni Bosco, che gli diede in cura i suoi ragazzi di Valdocco. Da cappellano di corte si ritrovò parroco vicario a Lanzo Torinese, e qui si rimboccò le maniche al servizio della gente. Fondò un asilo infantile, un orfanotrofio femminile e una scuola per maestre. Per quanto riguardava i maschi, c’era ovviamente don Bosco, a cui l’Albert mise a disposizione un oratorio che poi divenne collegio maschile. Per provvedere alle sue fondazioni, l’Albert creò l’istituto religioso delle Suore Vincenzine di Maria Immacolata, subito conosciute come Albertine. Un paio di volte venne proposto come vescovo, a Biella e Pinerolo, ma egli preferì occuparsi d’altro. Per esempio, la Colonia Agricola che, nel 1873, aprì per insegnare ai giovani le tecniche d’avanguardia. Nel 1876, mentre preparava i festoni per una ricorrenza nella cappella annessa alla Colonia, cadde da un’impalcatura alta diversi metri e battè violentemente il capo. Spirò tra le braccia di don Bosco, prontamente accorso. www.

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