In copertina, Inge e Giangiacomo Feltrinelli col figlioletto Carlo. Limmagine è tradizionalista come lonomastica, infatti Carlo si chiama così per via del nonno. Ma Feltrinelli 1955-2005 (Feltrinelli, pagg. 186, euro 25) non è lalbum di famiglia, è lalbum dazienda, tanto è vero che chi lo cura è un suo pilastro, Gabriella DIna. È uscito a fine 2006 - con un anno di ritardo - per il mezzo secolo duna casa editrice a vocazione progressista e successione dinastica: dopo Giangiacomo, regna Inge; dopo Inge, regnerà Carlo, cui si deve lunica biografia del padre, Senior Service. Qualcosa è cambiato, perché tutto restasse come prima. Linfluenza del Gattopardo di Tomasi di Lampedusa - disdegnato come reazionario dallex fascista Vittorini, ma non a caso pubblicato da Giangiacomo Feltrinelli e portato sullo schermo da Luchino Visconti - in via Andegari ha contato più di quella del Diario del Che.
La traccia degli albori insurrezionali affiora ancora, però. Il 14 marzo 1972 Giangiacomo Feltrinelli morì «in circostanze tragiche», dice lalbum con understatement, accanto a una foto che mostra leditore al timone duna barca. Annegò dunque come Martin Eden, alter ego di Jack London, un autore che gli era caro? No, saltò in aria su un traliccio, vittima - pare - duna bomba che doveva privare Milano dellelettricità. Strano: se il suo modello teorico erano i Tupamaros uruguayani, il suo modello pratico - colpire lEnel - furono i neonazisti sudtirolesi, processati pochi anni prima proprio a Milano.
Il riserbo dellalbum sulla fine di Giangiacomo Feltrinelli è comprensibile: se nè scritto anche troppo, talora con disprezzo, come fece Montanelli sul Corriere della Sera. Ma quanti magnati milanesi - per nascita o adozione - sono morti per le loro idee? Oltre a Feltrinelli, solo Mattei. Diversi - luno, nato ricco, amministrava soldi propri; laltro, nato povero, amministrava soldi pubblici -, ma entrambi patrioti nella Resistenza ed entrambi terzomondisti.
Una casa editrice deve ricordare le origini, ma di ricordi non vive. Dunque lintento promozionale prevale sul tono familiare in questo Feltrinelli 1955/2005. Una promozione che non si basa solo su statistiche di vendita: la Feltrinelli, oltre che unazienda, è infatti un mito. Altrettanto milanesi, Mondadori e Rizzoli, invece, sono solo aziende: avviate al centenario, hanno diffuso anche più cultura della Feltrinelli, ma senza indirizzare il lettore.
Nata dallestremismo di sinistra - che non significa nata dal Pci -, invece la Feltrinelli ha sempre avuto unidentità, anche se col tempo si è rettificata. Morto il fondatore, la casa editrice ha smesso davere come opera-simbolo il trattato politico di Régis Debray, Rivoluzione nella rivoluzione?, per identificarsi con la compilazione di Elena Gianini Belotti, Dalla parte delle bambine. Era il 1973: Inge Feltrinelli chiuse subito il filone rivoluzionario: esso aveva avuto il sangue di Giangiacomo, non avrebbe avuto quello di Carlo. Le memorie dei terroristi italiani affollano i cataloghi della Mondadori e della Rizzoli, non quello della Feltrinelli.
Il tempo ha premiato la lungimiranza. Metà della popolazione di Milano, quella attiva, conosce solo per sentito dire la guerra civile strisciante del decennio Settanta. Laltra metà, che ne ha ricordo diretto, non è più attiva, insomma non compra più libri. Ma tutta la popolazione, milanese e no, se svolge professioni intellettuali, deve fare i conti oggi come ieri con idee e pregiudizi che la Feltrinelli incarna e alimenta.
Metropoli più a destra dItalia per come vota, Milano è la metropoli più a sinistra per come legge. E per come pensano i suoi intellettuali più in vista. Certo, non tutti gli intellettuali sono di sinistra. E poi vari intellettuali di sinistra ora sono a destra. Ma non li hanno attratti le istituzioni culturali della destra, che non ci sono; li hanno attratti gli ampi spazi di una vetrina politica e giornalistica. Lunico serio tentativo della cultura conservatrice a Milano precede quello di Giangiacomo Feltrinelli.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.