Ferrari F430 Scuderia solo 60 millisecondi per esaltarsi al volante

«Ha un sound blues», spiegano gli ingegneri. Cambiata da F1 Ma su strada si guida con facilità

nostro inviato a Maranello

«Se la F430 si distingueva per il suono “rock”, la F430 Scuderia si riconosce subito per il suono “blues”»: ci troviamo a Fiorano, seduti sugli stessi (scomodi) sgabelli usati dagli uomini Ferrari al muretto. Indossiamo anche le cuffie, pure scomode e pesanti.
Così ha voluto il vulcanico Antonio Ghini, direttore della comunicazione del Cavallino, per farci immergere nell’atmosfera da gran premio. Non c’è Michael Schumacher, ma il bravo Marc Gene. Sarà lui, al termine di alcuni giri di pista, a illustrarci i veri punti di forza della F430 Scuderia. Poi, concluso il briefing tecnico, toccherà a noi cimentarci sul bolide a cui è stato tolto il velo al Salone di Francoforte.
Con Gene ci sono il direttore generale della Ferrari, Amedeo Felisa, il direttore tecnico Roberto Fedeli, il capo progetto Carlo Della Casa, il direttore motopropulsori GT, Jean-Jacques His, e Andrea Ferrari (nessuna parentela con la famiglia), responsabile marketing prodotto. Ascoltando le loro relazioni si capisce come, lavorando a Maranello, abbiano toccato il cielo con un dito. Oltre alla competenza e alla chiarezza delle loro esposizioni, è impossibile non notare la grande passione per il lavoro che svolgono.
E così la F430 Scuderia, ci dicono, oltre a essere una derivazione della F430, si avvale di un motore che è l’evoluzione dell’8 cilindri: 510 cavalli, 320 orari, 0-100 in 3,6 secondi, 1 minuto e 25” sul giro a Fiorano. In pratica, gli stessi tempi della supercar Enzo ma, con in più, una facilità di utilizzo incredibile, alla portata di ogni automobilista attento e prudente. E non è un caso che l’ignegner Fedeli sottolinei, prima di consegnarci le chiavi della F430 Scuderia, «che questa vettura esprime divertimento e felicità per chi la guida».
Finalmente ci togliamole cuffie e affrontiamo la prova su strada. Esaltante, a dir poco, è il sound («grazie alla maggior presenza di tutte le armoniche degli ordini più alti», ci spiega subito Della Casa). Ma la vera differenza, quella percepibile anche da un pilota come tanti, è il tempo di cambiata. Siamo ai livelli della Formula 1 (solo 60 millisecondi). Cosa dire? Esaltante, impressionante, da provare. E vai con il manettino: sali di marcia, scali, la doppietta. La prova avviene nei dintorni di Modena e sia attraversando i centri abitati sia arrampicandosi sulle colline la facilità di guida è la stessa. Come anche la sensazione di viaggiare a bordo di un’auto sicura. L’elettronica (e ce n’è tanta) interviene sulla trazione, quando si frena e magari si affronta con eccessiva disinvoltura una curva. Si vede proprio che è «figlia» di Schumacher: veloce, affidabile, sicura e un passo avanti sulle rivali.

Costa 208mila euro.

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