Festa dell’Unità da 66mila euro al giorno

Festa dell’Unità da 66mila euro al giorno

Non sarà più la stessa cosa. Genova che nel 2004 da capitale europea della Cultura ospitò la Festa nazionale dell’Unità, quest’anno, da domani al 18 settembre, dovrà accontentarsi della Settembrata di prima, quella di sempre e con qualcosa in meno, perché i lavori di ampliamento della Marina si mangeranno tutto lo spazio di «Zena Zuena». Loro, i Ds padroni di casa, lo ammettono quasi timidamente. Fingere non serve del resto, tanto si vede già dai dibattiti. La maggiorparte incentrati su temi locali, con pochi big: un ministro, Luciano Stanca all’Innovazione. Alcuni sottosegretari, «perché cerchiamo il confronto con il Governo, anche se la speranza è ribaltarlo nel 2006». Pierluigi Bersani, responsabile economico dei Ds e Luciano Violante il capogruppo alla Camera. Non ci sarà Piero Fassino il leader della Quercia, in visita ufficiale nella Repubblica Popolare Cinese.
Epperò, Tullo e compagni invitano le «migliaia di genovesi che da sempre ci accompagnano» a non tradire proprio adesso. In fondo ci sarà Romano Prodi, l’ultimo giorno a chiudere. In fondo Oscar Luigi Scalfaro illustrerà «La mia Costituzione». In fondo c’è ancora da festeggiare la vittoria di Claudio Burlando in Regione. Poi la questione morale: la Festa dell’Unità vuol essere una risposta sul piano etico al vortice che ha travolto i Ds per quegli intrecci poco chiari e ancor meno edificanti fra politica e finanza, tormentone di questa estate fredda. A proposito: quest’anno nessuno è andato alla Guardia a pregare un settembre clemente, ma non sono mancati riti scaramantici. Anche perché «abbiamo investito un milione e 600mila euro, 66mila euro al giorno, speriamo di coprire le spese e di guadagnarne altri 120mila, che la festa è una delle nostre entrate insieme a tesseramenti e sottoscrizioni». Che poi, dice Tullo che sarebbe l’ora di prevedere sgravi fiscali per le feste, «partiti e associazioni ne farebbero molte di più». A rassicurare ci sono i volontari: 150 sono già al lavoro per montare gli stand, sull’arco dei 25 giorni saranno un migliaio, prezioso lascito della Festa dell’anno scorso, quella nazionale appunto, in occasione della quale si creò un’associazione ad hoc che consente di ricontattarli e motivarli.
E poi le affinità affettive. Come la «festa alla Festa», per il 60° dalla Liberazione che coincide con il 60° anno di età della kermesse. Così, domenica 28 ci saranno incontri con i compagni storici del Pci, il ricordo della prima Settembrata, allora si chiamava così, che si tenne a Nervi, il gioco del sessantenne: il primo che individua il giornalista che fa la diretta su radio Babboleo sarà invitato a cena. Il 4 settembre trenta under40 incontreranno faccia a faccia i rappresentanti di istituzioni e categorie economiche per proporre «Idee per la Genova di domani».

Infine mostre, campagne di solidarietà come «Coloriamo l’Africa di Speranza», bar, punti di degustazione vini, 12 ristori e 6 ristoranti. Con una sfida culinaria: riusciranno le new entry astice e trofie nere al sugo di totani a inficiare le focaccine di Crevari? Le primarie sono aperte.

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