La Fia metta la Red Bull sotto i raggi X

O rmai, Alonso e le sue gomme non sono che un gran fuoco di paglia, che va smorzandosi al procedere della battaglia. Così, gli eventi sono tecnicamente, chiari: perché, dopo un'ottima partenza, è stato il primo, tra i grandi, a fermarsi? Perché, essendo un campione da "mass damper", cioè da piede pesante, ha sfruttato eccessivamente le sue "super soft" in qualifica: uno "stint" di soli 10 giri, pari al 16% della distanza, è un po' pochino, contro i 14 giri di Vettel e Button, che sono arrivati al 23%, quasi nella normalità, su un enorme tappeto di "riccioli", ovvero di vulcanizzazione selvaggia, con mescole più che burrose, di panna montata. E mentre tutti i "big" hanno adottato la strategia più valida in queste condizioni, quella del finale in "super soft", per poter combattere sino in fondo, il "Reuccio" si è trovato con il piccolo "handicap" delle "soft", oltre alla sfortuna di aver montato il terzo treno nell'imminenza della "Safety-Car", soltanto al 41% del tragitto, nuovamente in anticipo rispetto ai due primi nella classifica all'indice della miglior gestione-pneumatici.
Come dire che piove sempre anche sul mare dei guai tecnici e di pilotaggio. Comunque, se io fossi Charlie Whiting, dinanzi alla grande superiorità della Rbr nella prima metà della corsa, tratterrei questa macchina per una settimana nel parco-verifiche e la passerei ai Raggi X, fino a trovarne tutte le spiegazioni.


E, se fossi Jean Todt, ammetterei che la Fia-Tv deve tornare al sorteggio-pneumatici, con la massima trasparenza e credibilità, con mani infantili e occhi bendati. Come ultima mossa, sentiti gli sperticati ringraziamenti al motorista, che si è tanto adoperato per le folli mappature pro-effetto-suolo, applicherei l'Articolo 2.3 (costruzione pericolosa), laddove possibile.

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