La fiction di San Pietro non rispetta la Storia

Dopo aver assistito all’ennesima rappresentazione di carattere religioso trasmessa dalle reti pubbliche, le quali dedicano uno spazio a dir poco spropositato a questi soggetti, devo rilevare un’importante omissione commessa dagli autori dell’ultima fiction dedicata a San Pietro. Dal momento che nei titoli di coda non era presente la frase di rito «Qualunque rifermento a fatti o persone realmente esistite è da ritenersi puramente casuale», uno spettatore distratto può aver ritenuto che i fatti narrati avessero un qualsivoglia riscontro con la Storia, quella che ci viene tramandata dagli storici. Mi sembra pertanto opportuno ricordare che gli unici riscontri (peraltro non più di una ventina di righe attribuite ad alcuni autori) alle vicende narrate nel canone neotestamentario, al quale la fiction faceva riferimento, sono stati aggiunti successivamente nel tentativo di storicizzare eventi mitici. Questa affermazione deriva da un’esegesi svolta da svariati autori, anche a costo della vita, nel corso dei secoli e i risultati sono ora di pubblico dominio.

Rammento inoltre che la consultazione di questi testi non prefigura più alcun reato perseguibile da parte della Santa Inquisizione, oggi «Congregazione per la Difesa della Fede».

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